Bari, 23 Novembre 2016 a partire dalle 09:30
Università di Bari, Dipartimento di Giurisprudenza, aula Aldo Moro, piazza C. Battisti
Raccontare il terrorismo, dando la propria testimonianza, il proprio punto di vista in un mondo che cambia rapidamente è mestiere sempre più difficile. In un sistema di comunicazione alla portata di click, dove il reale si confonde con il virtuale, quale valore aggiunto ha la testimonianza, la selezione delle notizie, il racconto di un giornalista nel magma informativo potenzialmente a disposizione di tutti? Nelle zone di conflitto c’è una “guerra d’informazione”: quando non c’è certezza sulle notizie che arrivano, solo il lavoro sul campo può fare chiarezza sugli eventi. L’inviato serve proprio a questo, a filtrare e verificare le informazioni. Ma come mantenere la barra dritta sulla deontologia giornalistica per non trasformare l’infotainment (sempre più richiesto), in puro spettacolo, senza valori? Si può essere umani ed emotivi senza abbandonarsi alla retorica e alla spettacolarizzazione del dolore?