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Chi siamo

Il Forum è nato dalla giornalista Marilù Mastrogiovanni ed è organizzato da Giulia Giornaliste e dalla cooperativa IdeaDinamica, con l’obiettivo di “creare ponti, abbattere muri: promuovere una riflessione sul giornalismo delle giornaliste investigative, come presidio di Democrazia, dunque di Pace”.

Contatti

FMWJ Forum 2024Cover Twitter

25-26-27 Novembre 2024, modalità mista, in presenza e on line, su piattaforma FAD

I temi di quest’anno

Press care, life care. Liberare la verità, nutrire la vita” è il tema cardine della nona edizione.

Tutelare la libertà d’informazione significa infatti difendere ogni aspetto della vita democratica, dei diritti civili, dei diritti umani, della giustizia ambientale ed ecologica.

Dal livello di libertà di stampa si misura la tenuta dello Stato di diritto; e in Italia l’instabilità del sistema editoriale e la precarizzazione del lavoro delle giovani giornaliste e giornalisti, non riesce a garantire il turn over in una categoria che assottiglia sempre più le sue fila.

Mentre le nuove riforme legislative minano alle basi il diritto dei cittadini di essere informati, l’Unione Europea lancia allarmi sulla riforma della giustizia, sulla protezione dei giornalisti dalle querele temerarie e della crisi della pluralità del servizio pubblico radiotelevisivo.

Il Forum quest’anno affronterà anche i temi della maternità, salute mentale e leadership nel giornalismo e il tema della riproduzione sociale, che grava, non pagato, completamente sulle spalle delle donne, anche giornaliste.

Hanno confermato la loro presenza giornaliste dal Kurdistan turco e dal Kurdistan irakeno, Rojava (Siria del nord est), da Spagna, Grecia, UK, Belgio, Africa Sub sahariana, Palestina, Egitto.

Metodologia

La nona edizione del Forum si rivolge a studentesse e studenti dell’Università di Bari, giornalisti e aspiranti tali, dando anche la possibilità ad altri stakeholders interessati ed operativi nel settore di accrescere le proprie competenze sui conflitti dimenticati e sull’azione di peacebuilding delle donne nei territori di guerra, di tutte le guerre, anche virtuali.
Tra i panelists sono state invitate studiose ed accademiche, giornaliste e giornalisti di inchiesta e di guerra, esponenti del mondo diplomatico, umanitario e della cooperazione internazionale così come donne migranti e rifugiate provenienti da zone di conflitto, esperte di nuove tecnologie, realtà virtuale, realtà aumentata e intelligenza artificiale, per raccogliere le testimonianze sull’impatto che i tali realtà hanno sui “corpi”, sugli “ecosistemi”, sulla “comunità” e sul ruolo che le stesse donne giocano nella promozione della pace, della sicurezza e della risoluzione dei conflitti, della ricostruzione e della riconciliazione.

"Corpi, ecosistemi, comunità, smembrati dai conflitti, ricuciti dalle donne"

Forum settima edizione

È arrivato alla 7a edizione il Forum delle Giornaliste del Mediterraneo, che dal 2016 si svolge a ridosso del 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Il Forum of Mediterranean Wowen Journalists anche quest’anno si articolerà in due tappe: la prima a Roma, dal 9 al 12 novembre, la seconda a Bari dal 21 al 25 novembre. Imponente la programmazione: 60 ore di formazione, 9 giornate, 80 peace builders, giornaliste, attiviste, accademiche provenienti dai paesi euromediterranei e da Afghanistan, Iran, Russia, Ucraina, Sahel, Birmania, Tigray, Colombia.

Doppio anche il filo conduttore: “Donne, Pace, Sicurezza” e “Infowar”. Invariata la mission del Forum: “Creare ponti e abbattere muri, promuovendo una riflessione sul lavoro delle giornaliste investigative, come presidio di Democrazia e di pace”.

In questa edizione la riflessione si concentrerà sui “Corpi, ecosistemi, comunità: smembrati dai conflitti, ricuciti dalle donne”, accendendo un faro sulle pratiche di costruzione di pace messe in atto dalle donne, sui territori devastati dalle guerre.

Il Forum è finanziato dal Ministero degli Affari Esteri italiano e, per la sezione di Bari, dal Corecom Puglia.

E’ organizzato da Fondazione Pangea e dall’Associazione Giornaliste del Mediterraneo, in collaborazione con la cooperativa di giornalisti IdeaDinamica, e Giulia Giornaliste. L’Università di Bari (con il Dipartimento Formazione, Psicologia, comunicazione, Master in Giornalismo e Balab, Centro per l’innovazione e la creatività), che fin dalla prima edizione ha condiviso la spinta valoriale del progetto, ospita la seconda sessione, inserendola nel percorso formativo del dottorato di ricerca in “Scienze delle relazioni umane” e riconoscendo i crediti universitari per gli studenti.

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Consigliamo ai giornalisti di prenotare per tempo il proprio posto, iscrivendosi sulla piattaforma "Formazione giornalisti".

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Programma Edizione 2024

Day 1

25 Novembre 2024

University of Bari - Aula don Tonino Bello, via Crisanzio 42 - 9:30 - 11:30 a.m.

PANEL 1 - Press care, life care

Protecting freedom of information means defending every aspect of democratic life, civil rights, human rights, environmental and ecological justice. By the level of press freedom is measured the resilience of the rule of law. In Italy, the growing instability of the publishing system and the transformation of young journalists into poor workers is failing to guarantee turnover in a category that is increasingly thinning its ranks. Yet, as Article 1 of the Testo Unico deontologico states, journalists and editors together must guarantee the protection of sources and are bound to respect professional secrecy, thus they are co-responsible for the news circuit. While Article 2 of the Code of Ethics only concerns journalists, Article 1 calls into question the publishing system in its entirety. But today, new legislative reforms undermine the citizens' right to be informed, the EU is sounding the alarm about justice reform, protection of journalists, reckless lawsuits and the plurality of public service which is all but ignored.

Opening session:

Marilù Mastrogiovanni - creator and director Forum of Mediterranean Women Journalists

Speakers:

Stefano Bronzini - rector University of Bari

Loredana Capone - President of the Council of the Apulia Region

Loredana Perla - director of the For. Psi. Com. of UniBa

Luigi Cazzato - coordinator Master in Journalism of UniBa

Piero Ricci - president of the Order of Journalists Apulia Region

Vito Fatiguso - secretary Assostampa Puglia

Raffaele Lorusso - International Federation of Journalists (IFJ) executive committee

Lino Patruno - director Medi@terraneonews, Master in Journalism Uniba

Trisha Thomas - foreign press association, Associated Press Television

Rossella Matarrese - Gi.U.Li.A. regional coordinator of journalists

9:30 - 11:30 a.m.

PANEL 2 - Feminisms and Press Freedom in Sub-Saharan Africa

While in many African countries feminisms in various forms and with different practices have been carrying on for several decades a non-violent struggle for the achievement of civil and human rights for all, the narrative on Africa and migrations, contrary to what is sanctioned by the Charter of Rome, which is an integral part of the Testo Unico deontologico (as recited in the TU, preamble) remains imprisoned in cages made of prejudices and stereotypes.

Alessandra Contino, Sociologist

Antonella Napoli, journalist, director of Focus on Africa

Leah Pattem, journalist and photographer, Madrid, Spain

Désirée Deneo, General Secretary Ligue Ivoirienne des Droits des Femmes

Chair: Marisa Ingrosso, Interpreter: Cia Sollecito

12 - 14

PANEL 3 - Decolonising information: local journalism between news desert and ghost papers

The phenomenon of news deserts and ghost papers began to be studied in the USA, but the signs of its spread can also be seen in Italy. Local journalism thus becomes a guardian of democracy, where the right to be informed is compromised and the lives of citizens, in some peripheral areas, do not make the news. As always, it is the minorities who pay the price, and among these are women: the narrative concerning them is often infused with sexism. Women journalists, especially in peripheral areas, are the favourite target of haters.

Silvia Savoye, journalist, director Aosta news, vice-president ANSO

Alessia Melchiorre, co-founder of the Marea media collective

Grazia Attolini - journalist, Ossigeno per l'Informazione

Iliana Papangeli, journalist, managing director of the investigative newspaper Solomon, Greece

Daniela Salaphotojournalist, co-founder of FADA collective Interpreter: Cia Sollecito

Chair: Marilù Mastrogiovanni, creator and director Forum of Mediterranean Women Journalists

In collaboration with the National Association of Online Press (ANSO)

15 -17

Day 2

26 Novembre 2024

Aula Leogrande, palazzo Ex Poste Piazza Cesare Battisti 1, Uniba

PANEL 4 - Palestine, a live genocide?

On 26 March 2024 the United Nations report ‘Anatomy of a Genocide’ was released, signed by Francesca Albanese, UN Special Rapporteur on the situation of human rights in the Palestinian territories occupied by the Israelis since 1967. According to the Special Rapporteur's study, there are reasonable grounds for what is happening in Palestine to be framed as a ‘crime of genocide’, driven, according to the report, by the Israeli colonial settlement project in Palestine. The tale of a tragedy entrusted to a few Palestinian freelance journalists who, from the inside and from below, are trying to restore humanity to a media addicted to the bloody images and pornography of war. What deontological responsibility for journalists to guarantee balanced information?

Erminia Rizzi, expert in immigration and asylum law

Bisan Owda, journalist, reporting from Gaza, Palestine

Jumana Shaheen, journalist, reporting from Cairo, Egypt

Wessal Yousef, journalist

Francesca Albanese, UN Special Rapporteur on the Occupied Palestinian Territories

Cecilia Dalla Negra, journalist, Orient XXI, head of the Italian section of

Micol Meghnagi, sociologist, University of Bologna

Alessandra Costante, journalist, FNSI General Secretary

Chair: Luigi Cazzato, UniBa Master of Journalism coordinator

Interpreter: Cia Sollecito

Ore 09.30-11.30

PANEL 5 - Jineolojî, the women's revolution in Kurdistan

The women's movement in Kurdistan is the vanguard of feminism, which wants to reform every aspect of civil life starting from a transformative pedagogy of society. Yet the scope of this revolution, based on the peaceful coexistence of peoples and cultures starting with the abolition of patriarchy, is suppressed and censored by the mainstream media, and the plight of a people oppressed by the apartheid implemented by four nation-states is removed from the collective consciousness. Yet, the Testo Unico dei Dveri del/ella giornalista, provides for a series of obligations in order to avoid the so-called ‘double standard’, i.e. discriminatory and censorious reporting with respect to the specificities of different cultures and ethnicities.

Necibe Qeredaxi, Jineoloji Academy activist, Iraqui Kurdistanê (Iraqi Kurdistan)

Gulistan Ike, journalist, Newaya Jin, Bakurê Kurdistanê (Turkish Kurdistan)

Chair: Marilù Mastrogiovanni

Interpreter: Neyra

12-14

PANEL 6 - Between edutainment and infotainment: journalism as a pedagogical tool

Journalism as a pedagogical tool for the exercise of critical thinking and the formation of a global and digital citizenship can be an opportunity to experiment a real collective teaching and learning device, where everyone has something to learn and everyone can teach. The experience of XQ the news is an example of how to engage GenZ, experimenting with innovative ways to decolonise information in an intersectional key, while the metaverse and holograms can become new ecosystems for more empathetic learning and information. How can we reconcile the need for more emotionally involving journalism with the need not to fall into spectacularisation that is detrimental to people's dignity? The spectacularisation of information must not compromise its quality and the presence of journalists in infotainment must ensure respect for professional ethics.

Monica Carella, engineer, sales manager digital healthcare, Predict Spa

Paula Estalayo, project coordinator, Octaedro, Spain

Alessandra Costante, journalist, secretary general FNSI

Fiona Govan, freelance journalist, Madrid, Spain

Laura Casamitjana, journalist, content editor XQ The News

Valentina Isernia, journalist, Idea Dinamica coop

Chair: Gianpaolo Altamura, journalist, researcher in Contemporary Italian Literature UniBa

Interpreter: Cia Sollecito

15-17

Day 3

27 Novembre 2024

Refectory of the former Augustinian Convent Viale Michele de Pietro 10, Lecce- 15.00-17.00

PANEL 7 - Motherhood, mental health and leadership in journalism

Stress, anxiety, sense of inadequacy. And yet burnout syndrome, unmotivated anger attacks, depression, eating disorders, panic attacks, post-traumatic stress disorder: these are just some of the problems detected by the most recent surveys. But if mental health difficulties affect all journalists, for women journalists the problems related to maternity management and work pressure can become a further obstacle to their full empowerment and leadership recognition at work. How to comply with the obligations imposed by professional ethics, regarding the correct use of gender language free of sexist stereotypes and discrimination, if already in the editorial offices women journalists have to fight against a patriarchal culture that compromises not only the serene advancement of their careers but also the everyday relations between colleagues?

Barbara Consarino, journalist, Associazione Giulia giornaliste

Stefania Prandi, freelance journalist

Alice Facchini, freelance journalist

Vittoria Torsello, co-founder of the Marea media collective

Chair: Marilù Mastrogiovanni

In collaboration with: ‘Io vivo qui’ project of the Fermenti Lattici Association

Ore 15- 17

Panel 8 - Social reproduction is (no longer) a female matter

According to the report ‘Care Work and Care Jobs for the Future of Decent Work’ by the International Labour Organisation (ILO), the value of unpaid care and domestic work is $11 trillion, or 9% of the global gross domestic product (GDP). The data, covering 64 countries in the world, including Italy, show that 16.4 billion hours are devoted to unpaid care work every day, 76.2% of which is performed by women. Thus, the daily unpaid care work of women worldwide concerns 1.5 billion women, who work eight hours a day unpaid. Italy is among the countries with the highest number of unpaid hours and the lowest public spending on certain care policies as a percentage of GDP and employment/population ratio of women with care responsibilities. Caring is the basis of ‘social reproduction’, i.e. all those activities that are vital for the very survival of society. A real connective tissue built on the (undeclared) care work of women. A phenomenon that also affects women journalists, caught between family life and work. The journalistic narrative must be free of sexist stereotypes and discrimination: but how is it possible to correctly apply the Consolidated Text of the Duties of Journalists if the work life balance is always to the detriment of women journalists from the daily editorial work?

Elena Gentile, paediatrician, former MEP

Anna Maria Moschetti, cultural association Pediatricians, group Pediatricians for a Possible World

Anna Frasca, statistical expert, CREIS

Raffaella Patimo, Professor of Labour Economics, UniBa

Chair: Serenella Molendini, CREIS President

In collaboration with: European Research Centre for Sustainable Innovation (CREIS)

17.30-19.30

Giorno 1

25 Novembre 2024

Aula don Tonino Bello dell'Università di Bari via Crisanzio 42, BARI

Panel 1 - Press care, life care - Liberare la verità, nutrire la vita

Tutelare la libertà d’informazione significa difendere ogni aspetto della vita democratica, dei diritti civili, dei diritti umani, della giustizia ambientale ed ecologica. Dal livello di libertà di stampa si misura la tenuta di dello Stato di diritto. In Italia l’instabilità crescente del sistema editoriale e la trasformazione dei e delle giovani giornalisti e giornaliste in lavoratori poveri non riesce a garantire il turn over in una categoria che assottiglia sempre più le sue fila. Eppure, come recita l’articolo 1 del testo unico deontologico, giornalisti ed editori insieme devono garantire la tutela delle fonti e sono tenuti a rispettare il segreto professionale, dunque sono co-responsabili del circuito delle notizie. Mentre l’articolo 2 del testo unico deontologico riguarda solo giornaliste e giornalisti, l’articolo 1 chiama in causa il sistema editoriale nella sua interezza. Ma oggi le nuove riforme legislative minano alle basi il diritto dei cittadini di essere informati, la UE lancia un allarme relativo alla riforma della giustizia, della protezione dei giornalisti, delle querele temerarie e della pluralità del servizio pubblico pressocché ignorato.

Introduce

Marilù Mastrogiovanni – ideazione e direzione Forum of Mediterranean women journalists

Intervengono

Stefano Bronzini – rettore Università degli Studi di Bari

Loredana Capone – presidente del Consiglio della Regione Puglia

Loredana Perla – direttrice Dipartimento For. Psi. Com di UniBa.

Luigi Cazzato – coordinatore Master in Giornalismo UniBa

Piero Ricci – presidente Ordine dei giornalisti Regione Puglia

Vito Fatiguso – segretario Assostampa Puglia

Raffaele Lorusso – Comitato esecutivo Federazione Internazionale dei giornalisti (IFJ)

Lino Patruno – direttore Medi@terraneonews, Master in Giornalismo UniBa

Trisha Thomas – associazione Stampa estera, Associated Press Television

Rossella Matarrese – Coordinatrice regionale Gi.U.Li.A. giornaliste

ORE 09:30 / 11:30

Panel 2 - Femminismi e libertà di stampa nell’Africa Sub-Sahariana

Mentre in molti paesi africani i femminismi in varie forme e con diverse pratiche portano avanti da alcuni decenni una lotta non-violenta per il raggiungimento dei diritti civili e umani per tutte e tutti, la narrazione sull’Africa e sulle migrazioni, contrariamente a quanto sancito dalla Carta di Roma, che è parte integrante del Testo unico deontologico (come recitato dal TU, premessa) rimane imprigionata in gabbie fatte di pregiudizi e stereotipi.

Alessandra Contino – Sociologa

Antonella Napoli – giornalista, direttora Focus on Africa

Leah Pattem – giornalista e fotografa, Madrid, Spagna

Désirée Deneo – consulente in diritti delle donne e femminismo, attivista femminista, Segretaria Generale di Ligue Ivoirienne des Droits des Femmes

Modera: Marisa Ingrosso – giornalista, Gazzetta del Mezzogiorno

ORE 12:00 / 14:00

Panel 3 - Decolonizzare l’informazione: il giornalismo locale tra news desert e ghost papers

Il fenomeno dei news desert e dei ghost papers si inizia a studiare negli USA, ma le avvisaglie della sua diffusione sono riscontrabili anche in Italia. Il giornalismo locale diventa quindi un presidio di democrazia, laddove il diritto di essere informati è compromesso e la vita dei cittadini, in alcune aree periferiche, non fa notizia. A farne le spese sono come sempre le minoranze, e tra queste le donne: la narrazione che le riguarda, è spesso infarcita di sessismo. Le giornaliste, specialmente nelle aree periferiche, sono il target preferito degli haters.

Silvia Savoye – giornalista, direttora Aosta news

Alessia Melchiorre – co-fondatrice collettivo Marea media

Iliana Papangeli – giornalista, managing director del giornale d’inchiesta Solomon, Grecia

Daniela Sala – fotoreporter, co-fondatrice collettivo FADA

Grazia Attolini – giornalista, Ossigeno per l’Informazione

Modera: Marilù Mastrogiovanni – ideazione e direzione Forum of Mediterranean Women Journalists

In collaborazione con Associazione Nazionale Stampa Online (ANSO)

ORE 15:00 / 17:00

Giorno 2

26 Novembre 2024

Aula Leogrande (palazzo Ex Poste dell'Università di Bari) Piazza Cesare Battisti 1, BARI

Panel 4 - Palestina, il genocidio in diretta?

Il 26 marzo 2024 è uscito il rapporto delle Nazioni Unite “Anatomia di un Genocidio”, a firma di Francesca Albanese, Relatrice Speciale della Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati dagli israeliani dal 1967. In base allo studio curato dalla Special Rapporteur ci sono ragionevoli motivi perché quanto sta accadendo in Palestina venga incardinato come “crimine di genocidio”, mosso, secondo il rapporto, dal progetto coloniale israeliano di insediamento in Palestina. Il racconto di una tragedia affidato a poche giornaliste e giornalisti freelance palestinesi che dal di dentro e dal basso provano a restituire umanità ad un’informazione assuefatta alle immagini cruente e alla infodemia e alla pornografia della guerra. Quale responsabilità deontologica per i giornalisti per garantire una informazione equilibrata?

Erminia Rizzi, esperta in Diritto immigrazione e asilo

Bisan Owda, giornalista in collegamento da Gaza, Palestina

Jumana Shaheen, giornalista, in collegamento da Il Cairo, Egitto

Wessal Yousef, giornalista

Francesca Albanese, Relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati

Cecilia Dalla Negra, giornalista, responsabile dell'edizione italiana di Orient XXI

Micol Meghnagi, sociologa, Università di Bologna

Alessandra Costante, segretaria generale FNSI

Modera: Luigi Cazzato, coordinatore Master Giornalismo UniBa

Ore 09.30-11.30

Panel 5 - Jineolojî, la rivoluzione delle donne in Kurdistan

Il movimento delle donne in Kurdistan è l’avanguardia del femminismo, che vuole riformare ogni aspetto del vivere civile a partire da una pedagogia trasformativa della società. Eppure la portata di questa rivoluzione, basata sulla convivenza pacifica di popoli e culture a partire dall’abolizione del patriarcato, viene sottaciuta e censurata dai media mainstream e le condizioni di un popolo oppresso dall’apartheid messo in atto da quattro Stati-nazione sono rimosse dalla coscienza collettiva. Eppure il Testo unico dei doveri del/della giornalista, prevede una serie di obblighi affinché si eviti il cosiddetto “doppio standard”, ovvero un racconto discriminatorio e censorio rispetto alle specificità delle diverse culture ed etnie..

Necibe Qeredaxi, attivista Jineoloji Academy, Iraqui Kurdistanê (Kurdistan irakeno)

Gulistan Ike, giornalista, Newaya Jin, Bakurê Kurdistanê (Kurdistan turco)

Modera: Marilù Mastrogiovanni

12-14

Panel 6 - Tra edutainment ed infotainment: il giornalismo come strumento pedagogico

Il giornalismo come strumento pedagogico per l’esercizio del pensiero critico e la formazione di una cittadinanza globale e digitale può essere l’occasione per sperimentare un vero e proprio dispositivo di insegnamento e apprendimento collettivo, dove tutti hanno da imparare e tutti possono insegnare. L’esperienza di XQ the news è un esempio di come ingaggiare la GenZ, sperimentando forme innovative per decolonizzare l’informazione in chiave intersezionale, mentre il metaverso e gli ologrammi possono diventare nuovi ecosistemi per un apprendimento e un’informazione più empatici. Come conciliare l’esigenza di un giornalismo emotivamente più coinvolgente con la necessità di non cadere in spettacolarizzazioni lesive della dignità delle persone? La spettacolarizzazione dell’informazione infatti non deve comprometterne la qualità e la presenza dei giornalisti nell’infotainment deve assicurare il rispetto della deontologia professionale.

Monica Carella, ingegnera, Sales manager digital healthcare, Predict Spa

Paula Estalayo, project coordinator, Octaedro, Spagna

Alessandra Costante, giornalista, segretaria generale FNSI

Fiona Govan, giornalista freelance, Madrid, Spagna

Laura Casamitjana, giornalista, content editor XQ The News

Valentina Isernia, giornalista, Idea Dinamica coop

Modera: Gianpaolo Altamura, giornalista, ricercatore in Letteratura italiana contemporanea UniBa

15-17

Giorno 3

27 Novembre 2024

Refettorio dell’ex convento Agostiniani Viale Michele De Pietro 10 - LECCE

Panel 7 - Maternità, salute mentale e leadership nel giornalismo

Stress, ansia, senso di inadeguatezza. E ancora sindrome da burnout, attacchi di rabbia immotivati, depressione, disturbi alimentari, attacchi di panico, disturbi da stress post traumatico: sono solo alcuni dei problemi rilevati dalle indagini più recenti. Ma se le difficoltà relative alla salute mentale riguardano tutti i giornalisti, per le donne giornaliste i problemi relativi alla gestione della maternità e alla pressione lavorativa si possono tradurre in un ulteriore ostacolo per il loro pieno empowerment e il riconoscimento della leadership sul lavoro. Come ottemperare agli obblighi imposti dalla deontologia professionale, relativi al corretto utilizzo del linguaggio di genere privo di stereotipi sessisti e discriminazioni, se già nelle redazioni le giornaliste devono combattere per contrastare una cultura patriarcale che compromette non solo il sereno avanzamento della loro carriera ma anche la quotidianità delle relazioni tra colleghi?

Barbara Consarino, giornalista, Associazione Giulia giornaliste

Stefania Prandi, giornalista freelance

Alice Facchini, giornalista freelance

Vittoria Torsello, co-fondatrice collettivo Marea media

Modera: Marilù Mastrogiovanni

In collaborazione con: progetto “Io vivo qui” dell’Associazione Fermenti Lattici 

Ore 15:00 / 17:00

Panel 8 - La riproduzione sociale (non) è (più) roba da femmine

Secondo il rapporto “Care Work and Care Jobs for the Future of Decent Work” dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), il valore del lavoro di cura e domestico non retribuito è pari a 11mila miliardi di dollari, ossia il 9% del prodotto interno lordo (PIL) globale. I dati, relativi a 64 Paesi nel mondo, tra cui l’Italia, dimostrano che ogni giorno 16,4 miliardi di ore sono dedicate al lavoro di cura non retribuito, di cui il 76,2% è svolto da donne. Dunque, il lavoro di cura quotidiano non retribuito delle donne di tutto il mondo riguarda 1,5 miliardi di donne, che lavorano otto ore al giorno senza essere retribuite. L’Italia è tra i paesi con il più alto numero di ore non retribuite e la minore spesa pubblica per determinate politiche di assistenza in percentuale del PIL e rapporto occupazione/popolazione di donne con responsabilità di cura. La cura, è alla base della “riproduzione sociale”, ossia tutte quelle attività vitali per la tenuta stessa della società. Un vero e proprio tessuto connettivo costruito sul lavoro di cura (in nero) delle donne. Un fenomeno che riguarda anche le donne giornaliste, in bilico tra vita familiare e lavorativa: come recita l’articolo 5 bis del Testo unico dei doveri del/della giornalista, la narrazione deve essere priva di stereotipi sessisti e discriminazioni: ma come riuscire ad applicare correttamente il Testo unico dei doveri del/della giornalista se a partire dalla quotidianità del lavoro redazionale il work life balance è sempre a scapito delle giornaliste?

Elena Gentile, pediatra, già europarlamentare

Anna Maria Moschetti, associazione culturale Pediatri, gruppo Pediatri per Un Mondo Possibile

Anna Frasca, esperta statistica CREIS

Raffaella Patimo, docente di Economia del lavoro, UniBa

Modera: Serenella Molendini, presidente Creis

In collaborazione con: Centro di ricerca europeo per l’innovazione sostenibile (Creis)

ORE 17.30 / 19.30

Giorno 1

25 Novembre 2024

Aula don Tonino Bello dell'Università di Bari via Crisanzio 42, BARI

Panel 1 - Press care, life care - Liberare la verità, nutrire la vita

Tutelare la libertà d’informazione significa difendere ogni aspetto della vita democratica, dei diritti civili, dei diritti umani, della giustizia ambientale ed ecologica. Dal livello di libertà di stampa si misura la tenuta di dello Stato di diritto. In Italia l’instabilità crescente del sistema editoriale e la trasformazione dei e delle giovani giornalisti e giornaliste in lavoratori poveri non riesce a garantire il turn over in una categoria che assottiglia sempre più le sue fila. Eppure, come recita l’articolo 1 del testo unico deontologico, giornalisti ed editori insieme devono garantire la tutela delle fonti e sono tenuti a rispettare il segreto professionale, dunque sono co-responsabili del circuito delle notizie. Mentre l’articolo 2 del testo unico deontologico riguarda solo giornaliste e giornalisti, l’articolo 1 chiama in causa il sistema editoriale nella sua interezza. Ma oggi le nuove riforme legislative minano alle basi il diritto dei cittadini di essere informati, la UE lancia un allarme relativo alla riforma della giustizia, della protezione dei giornalisti, delle querele temerarie e della pluralità del servizio pubblico pressocché ignorato.

Introduce

Marilù Mastrogiovanni – ideazione e direzione Forum of Mediterranean women journalists

Intervengono

Stefano Bronzini – rettore Università degli Studi di Bari

Loredana Capone – presidente del Consiglio della Regione Puglia

Loredana Perla – direttrice Dipartimento For. Psi. Com di UniBa.

Luigi Cazzato – coordinatore Master in Giornalismo UniBa

Piero Ricci – presidente Ordine dei giornalisti Regione Puglia

Vito Fatiguso – segretario Assostampa Puglia

Raffaele Lorusso – Comitato esecutivo Federazione Internazionale dei giornalisti (IFJ)

Lino Patruno – direttore Medi@terraneonews, Master in Giornalismo UniBa

Trisha Thomas – associazione Stampa estera, Associated Press Television

Rossella Matarrese – Coordinatrice regionale Gi.U.Li.A. giornaliste

ORE 09:30 / 11:30

Panel 2 - Femminismi e libertà di stampa nell’Africa Sub-Sahariana

Mentre in molti paesi africani i femminismi in varie forme e con diverse pratiche portano avanti da alcuni decenni una lotta non-violenta per il raggiungimento dei diritti civili e umani per tutte e tutti, la narrazione sull’Africa e sulle migrazioni, contrariamente a quanto sancito dalla Carta di Roma, che è parte integrante del Testo unico deontologico (come recitato dal TU, premessa) rimane imprigionata in gabbie fatte di pregiudizi e stereotipi.

Alessandra Contino – Sociologa

Antonella Napoli – giornalista, direttora Focus on Africa

Leah Pattem – giornalista e fotografa, Madrid, Spagna

Désirée Deneo – consulente in diritti delle donne e femminismo, attivista femminista, Segretaria Generale di Ligue Ivoirienne des Droits des Femmes

Modera: Marisa Ingrosso – giornalista, Gazzetta del Mezzogiorno

ORE 12:00 / 14:00

Panel 3 - Decolonizzare l’informazione: il giornalismo locale tra news desert e ghost papers

Il fenomeno dei news desert e dei ghost papers si inizia a studiare negli USA, ma le avvisaglie della sua diffusione sono riscontrabili anche in Italia. Il giornalismo locale diventa quindi un presidio di democrazia, laddove il diritto di essere informati è compromesso e la vita dei cittadini, in alcune aree periferiche, non fa notizia. A farne le spese sono come sempre le minoranze, e tra queste le donne: la narrazione che le riguarda, è spesso infarcita di sessismo. Le giornaliste, specialmente nelle aree periferiche, sono il target preferito degli haters.

Silvia Savoye – giornalista, direttora Aosta news

Alessia Melchiorre – co-fondatrice collettivo Marea media

Iliana Papangeli – giornalista, managing director del giornale d’inchiesta Solomon, Grecia

Daniela Sala – fotoreporter, co-fondatrice collettivo FADA

Grazia Attolini – giornalista, Ossigeno per l’Informazione

Modera: Marilù Mastrogiovanni – ideazione e direzione Forum of Mediterranean Women Journalists

In collaborazione con Associazione Nazionale Stampa Online (ANSO)

ORE 15:00 / 17:00

Giorno 2

26 Novembre 2024

Aula Leogrande (palazzo Ex Poste dell'Università di Bari) Piazza Cesare Battisti 1, BARI

Panel 4 - Palestina, il genocidio in diretta?

Il 26 marzo 2024 è uscito il rapporto delle Nazioni Unite “Anatomia di un Genocidio”, a firma di Francesca Albanese, Relatrice Speciale della Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati dagli israeliani dal 1967. In base allo studio curato dalla Special Rapporteur ci sono ragionevoli motivi perché quanto sta accadendo in Palestina venga incardinato come “crimine di genocidio”, mosso, secondo il rapporto, dal progetto coloniale israeliano di insediamento in Palestina. Il racconto di una tragedia affidato a poche giornaliste e giornalisti freelance palestinesi che dal di dentro e dal basso provano a restituire umanità ad un’informazione assuefatta alle immagini cruente e alla infodemia e alla pornografia della guerra. Quale responsabilità deontologica per i giornalisti per garantire una informazione equilibrata?

Erminia Rizzi, esperta in Diritto immigrazione e asilo

Bisan Owda, giornalista in collegamento da Gaza, Palestina

Jumana Shaheen, giornalista, in collegamento da Il Cairo, Egitto

Wessal Yousef, giornalista

Francesca Albanese, Relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati

Cecilia Dalla Negra, giornalista, responsabile dell'edizione italiana di Orient XXI

Micol Meghnagi, sociologa, Università di Bologna

Alessandra Costante, segretaria generale FNSI

Modera: Luigi Cazzato, coordinatore Master Giornalismo UniBa

Ore 09.30-11.30

Panel 5 - Jineolojî, la rivoluzione delle donne in Kurdistan

Il movimento delle donne in Kurdistan è l’avanguardia del femminismo, che vuole riformare ogni aspetto del vivere civile a partire da una pedagogia trasformativa della società. Eppure la portata di questa rivoluzione, basata sulla convivenza pacifica di popoli e culture a partire dall’abolizione del patriarcato, viene sottaciuta e censurata dai media mainstream e le condizioni di un popolo oppresso dall’apartheid messo in atto da quattro Stati-nazione sono rimosse dalla coscienza collettiva. Eppure il Testo unico dei doveri del/della giornalista, prevede una serie di obblighi affinché si eviti il cosiddetto “doppio standard”, ovvero un racconto discriminatorio e censorio rispetto alle specificità delle diverse culture ed etnie..

Necibe Qeredaxi, attivista Jineoloji Academy, Iraqui Kurdistanê (Kurdistan irakeno)

Gulistan Ike, giornalista, Newaya Jin, Bakurê Kurdistanê (Kurdistan turco)

Modera: Marilù Mastrogiovanni

12-14

Panel 6 - Tra edutainment ed infotainment: il giornalismo come strumento pedagogico

Il giornalismo come strumento pedagogico per l’esercizio del pensiero critico e la formazione di una cittadinanza globale e digitale può essere l’occasione per sperimentare un vero e proprio dispositivo di insegnamento e apprendimento collettivo, dove tutti hanno da imparare e tutti possono insegnare. L’esperienza di XQ the news è un esempio di come ingaggiare la GenZ, sperimentando forme innovative per decolonizzare l’informazione in chiave intersezionale, mentre il metaverso e gli ologrammi possono diventare nuovi ecosistemi per un apprendimento e un’informazione più empatici. Come conciliare l’esigenza di un giornalismo emotivamente più coinvolgente con la necessità di non cadere in spettacolarizzazioni lesive della dignità delle persone? La spettacolarizzazione dell’informazione infatti non deve comprometterne la qualità e la presenza dei giornalisti nell’infotainment deve assicurare il rispetto della deontologia professionale.

Monica Carella, ingegnera, Sales manager digital healthcare, Predict Spa

Paula Estalayo, project coordinator, Octaedro, Spagna

Alessandra Costante, giornalista, segretaria generale FNSI

Fiona Govan, giornalista freelance, Madrid, Spagna

Laura Casamitjana, giornalista, content editor XQ The News

Valentina Isernia, giornalista, Idea Dinamica coop

Modera: Gianpaolo Altamura, giornalista, ricercatore in Letteratura italiana contemporanea UniBa

15-17

Giorno 3

27 Novembre 2024

Refettorio dell’ex convento Agostiniani Viale Michele De Pietro 10 - LECCE

Panel 7 - Maternità, salute mentale e leadership nel giornalismo

Stress, ansia, senso di inadeguatezza. E ancora sindrome da burnout, attacchi di rabbia immotivati, depressione, disturbi alimentari, attacchi di panico, disturbi da stress post traumatico: sono solo alcuni dei problemi rilevati dalle indagini più recenti. Ma se le difficoltà relative alla salute mentale riguardano tutti i giornalisti, per le donne giornaliste i problemi relativi alla gestione della maternità e alla pressione lavorativa si possono tradurre in un ulteriore ostacolo per il loro pieno empowerment e il riconoscimento della leadership sul lavoro. Come ottemperare agli obblighi imposti dalla deontologia professionale, relativi al corretto utilizzo del linguaggio di genere privo di stereotipi sessisti e discriminazioni, se già nelle redazioni le giornaliste devono combattere per contrastare una cultura patriarcale che compromette non solo il sereno avanzamento della loro carriera ma anche la quotidianità delle relazioni tra colleghi?

Barbara Consarino, giornalista, Associazione Giulia giornaliste

Stefania Prandi, giornalista freelance

Alice Facchini, giornalista freelance

Vittoria Torsello, co-fondatrice collettivo Marea media

Modera: Marilù Mastrogiovanni

In collaborazione con: progetto “Io vivo qui” dell’Associazione Fermenti Lattici 

Ore 15:00 / 17:00

Panel 8 - La riproduzione sociale (non) è (più) roba da femmine

Secondo il rapporto “Care Work and Care Jobs for the Future of Decent Work” dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), il valore del lavoro di cura e domestico non retribuito è pari a 11mila miliardi di dollari, ossia il 9% del prodotto interno lordo (PIL) globale. I dati, relativi a 64 Paesi nel mondo, tra cui l’Italia, dimostrano che ogni giorno 16,4 miliardi di ore sono dedicate al lavoro di cura non retribuito, di cui il 76,2% è svolto da donne. Dunque, il lavoro di cura quotidiano non retribuito delle donne di tutto il mondo riguarda 1,5 miliardi di donne, che lavorano otto ore al giorno senza essere retribuite. L’Italia è tra i paesi con il più alto numero di ore non retribuite e la minore spesa pubblica per determinate politiche di assistenza in percentuale del PIL e rapporto occupazione/popolazione di donne con responsabilità di cura. La cura, è alla base della “riproduzione sociale”, ossia tutte quelle attività vitali per la tenuta stessa della società. Un vero e proprio tessuto connettivo costruito sul lavoro di cura (in nero) delle donne. Un fenomeno che riguarda anche le donne giornaliste, in bilico tra vita familiare e lavorativa: come recita l’articolo 5 bis del Testo unico dei doveri del/della giornalista, la narrazione deve essere priva di stereotipi sessisti e discriminazioni: ma come riuscire ad applicare correttamente il Testo unico dei doveri del/della giornalista se a partire dalla quotidianità del lavoro redazionale il work life balance è sempre a scapito delle giornaliste?

Elena Gentile, pediatra, già europarlamentare

Anna Maria Moschetti, associazione culturale Pediatri, gruppo Pediatri per Un Mondo Possibile

Anna Frasca, esperta statistica CREIS

Raffaella Patimo, docente di Economia del lavoro, UniBa

Modera: Serenella Molendini, presidente Creis

In collaborazione con: Centro di ricerca europeo per l’innovazione sostenibile (Creis)

ORE 17.30 / 19.30

Hanno detto

#FMWJ

Quotes

Giornaliste.org
MARIA LAURA CORRADI 24 novembre

“Chiunque può fare studi post-coloniali senza discuterne criticamente. La de-colonialità, invece, rappresenta una sfida al sessismo/razzismo prodotto durante e dopo l’epoca coloniale, perché la colonialità del potere sopravvive al colonialismo”

Giornaliste.org
MARIA LAURA CORRADI 25 novembre

“Trinidad comandante zapatista era una anziana partera: aveva aiutato circa 3000 nascite nella selva Lacandona. Mi disse che la guerra non potevano averla inventata le donne, perché conoscono quanta fatica costa mettere al mondo una vita”.

Giornaliste.org
MARIA CRISTINA FRADDOSIO 22 novembre

“Rita Atria incarna l’emblema positivo del binomio donne-mafia. Giovane donna, 17enne, conscia dello strapotere dei clan, persegue la giustizia a ogni costo. Un esempio unico di coraggio e spirito critico che merita di essere raccontato”.

Giornaliste.org
TIZIANA CAMINADA 25 novembre

“In Salento, Puglia, human beings are trying to do something to save their health, their land. But do-good is not enough against pollution: we need to move on to a stronger revolt. Saving humanity from collective suicide? Woman can do it!!”

Giornaliste.org
FLAVIA MARIANI 24 novembre

“La task force di NOVE Onlus per combattere la catastrofe umanitaria in Afghanistan. Sosteniamo le donne per superare l’emergenza e sviluppare percorsi di autonomia compatibili con il regime talebano”.

Giornaliste.org
RUSLAN KOTSABA 23 novembre

“To strive for peace and to fight for peace means a big difference. Therefore all civilized humanity should stand together in the struggle for peace. War is not only an organized mass murder - the war is a crime against humanity. So to work!”

News

#News & blogs

Ultime notizie

Il Rojava rischia di essere cancellato: appello urgente alla solidarietà internazionale

Il Governo autonomo della Siria del Nord est, è l’unica amministrazione democratica e paritaria al mondo Dal 26 novembre 2024, 𝐢𝐥 𝐍𝐨𝐫𝐝-𝐄𝐬𝐭 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐒𝐢𝐫𝐢𝟒 è 𝐭𝐞𝐚𝐭𝐫𝐨 𝐝𝐢 𝐮𝐧𝐚 𝐫𝐢𝐧𝐧𝐨𝐯𝐚𝐭𝐚 𝐞 𝐝𝐞𝐯𝐚𝐬𝐭𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐜𝐫𝐢𝐬𝐢 𝐮𝐦𝐚𝐧𝐢𝐭𝐚𝐫𝐢𝐚. Gli scontri tra i gruppi jihadisti di Hayat Tahrir al-Sham (HTS), l’Esercito Nazionale Siriano (SNA) sostenuto dalla Turchia e il governo di […]

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Il giornalismo delle donne nutre la vita: chiediamo più spazio per nuovi modelli editoriali antipatriarcali

Mastrogiovanni, fondatrice del Forum delle giornaliste del Mediterraneo: “Il giornalismo etico, quello che vuole curare le parole e con le parole deve essere tutelato come una forma di riproduzione sociale, di cui ancora una volta si fanno carico le donne giornaliste Foto di copertina – Da sinistra: Necibe Qeredaxi – attivista Jineoloji Academy, Iraqui Kurdistanê […]

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Turkey, detained 14 kurdish journalists: FMWJ demands immediate release and to stop “political genocide”

Today new police operations were carried out in many cities this morning: Diyarbakır, Istanbul, Batman, Mardin and Şirnak. The Minister Ali Yerlikaya announced that 231 people were detained in house raids conducted in 30 provinces. Many kurdish writers and journalists were also taken into custody in the operations, including Erdoğan Alayumat (journalist), Tuğce Yılmaz (journalist), […]

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