[fullwidth background_color=”#ffffff” background_image=”” background_parallax=”none” enable_mobile=”no” parallax_speed=”0.3″ background_repeat=”no-repeat” background_position=”left top” video_url=”” video_aspect_ratio=”16:9″ video_webm=”” video_mp4=”” video_ogv=”” video_preview_image=”” overlay_color=”” overlay_opacity=”0.5″ video_mute=”yes” video_loop=”yes” fade=”no” border_size=”0px” border_color=”” border_style=”solid” padding_top=”20px” padding_bottom=”20px” padding_left=”20px” padding_right=”20px” hundred_percent=”no” equal_height_columns=”no” hide_on_mobile=”no” menu_anchor=”” class=”” id=””][fusion_text]
“Essere giornalisti – dice Asmae – per me significa essere cercatori e testimoni di verità. Mi piace respirare l’aria dei luoghi che devo raccontare, conoscerne la gente, studiarne la storia per cercare di capire, senza fermarmi mai alle apparenze. Cerco soprattutto le voci delle donne e dei bambini, in particolare nei luoghi dove i loro diritti sono violati e dove sono esposti a violenze e privazioni, come in Siria. Il mio bilinguismo mi permette di esplorare le due sponde del Mediterraneo con la stessa familiarità e attraverso la mia penna cerco di fare da ponte tra culture. Credo nel valore della parola e del dialogo”.
[/fusion_text][/fullwidth]