La direttiva europea sulla violenza di genere ha subito una modifica significativa, poiché alcuni rappresentanti di Stati europei hanno optato per una formulazione meno rigorosa.
La bozza iniziale della direttiva europea sulla violenza di genere presentata nel marzo 2022 definiva lo stupro come sesso non consensuale, senza richiedere alle vittime di fornire prove di violenza, minacce o coercizione. Tuttavia, 14 Stati membri, tra cui Bulgaria, Ungheria, Repubblica Ceca, Francia, Germania e Paesi Bassi, hanno rifiutato questa definizione, citando ragioni tecniche e sostenendo che lo stupro non può essere qualificato come “reato europeo”.
Inoltre, è stato cancellato l’articolo 4 che trattava delle molestie sessuali nei luoghi di lavoro.
Questa gravissima decisione è stata influenzata dalle dinamiche politiche e dalla divergenza di opinioni tra alcuni Stati membri.
Paesi come Bulgaria, Ungheria, Repubblica Ceca si sono opposti a una definizione netta di stupro o molestie, mentre nazioni come Svezia, Belgio, Grecia e Spagna, che già dispongono di legislazioni avanzate su questi temi, hanno ritenuto che una direttiva non avesse per loro particolare valore politico.
La legislazione sulla violenza sessuale rimarrà di competenza nazionale e la direttiva sarà riesaminata dopo cinque anni di attuazione. Sebbene sia stata inserita una clausola sulla sensibilizzazione sul consenso sessuale, è evidente che l’obiettivo originario della direttiva di rendere il sesso non consensuale un reato in tutta l’UE non sia stato raggiunto.
Questo compromesso al ribasso ha attenuato l’efficacia della direttiva sulla tutela delle donne dalla violenza maschile. Un approccio che ha suscitato amarezza, specialmente considerando che il tema è stato scarsamente trattato dai media mainstream. L’episodio evidenzia la necessità di un impegno più deciso per affrontare la violenza di genere e proteggere i diritti delle donne.
Piccole note positive
Unica nota positiva della direttiva riguarda l’introduzione di norme che colmano le lacune giuridiche esistenti in alcuni paesi dell’Unione Europea riguardo alla violenza in rete, tra cui molestie online, stalking, “cyber flashing” (l’invio non consensuale di immagini di nudo) e “revenge porn” (la condivisione non consensuale di immagini intime di una persona).
La legislazione estende la punibilità a pratiche come il matrimonio forzato e la mutilazione genitale femminile, fornendo così una più ampia protezione legale contro queste forme di violenza di genere. Un aspetto innovativo è la considerazione delle immagini pornografiche generate dall’intelligenza artificiale, come i “deepfakes” di nudo, che sono diventati sempre più preoccupanti negli ultimi tempi. La legislazione si propone di affrontare anche questo fenomeno.
Il testo risultante dai negoziati dovrà ancora essere formalmente adottato dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’UE prima di entrare in vigore.