Jineth Bedoya Lima, Vincitrice dell’edizione 2020 del World press freedom prize “Guillermo Cano” di Unesco, giornalista investigativa colombiana per il suo impegno ha pagato tutti i prezzi. Lavorava per El Spectator, quotidiano di Bogotà, e da tempo pubblicava un’inchiesta investigativa a puntate su un traffico d’armi, che lei aveva scoperto, tra un gruppo di paramilitari e alcuni funzionari governativi. Il 25 maggio di 20 anni fa si recò nel carcere di Modello, perché aveva un appuntamento per fare un’intervista ad un funzionario. Era una trappola: fu rapita, torturata e violentata da tre uomini che dopo tre lustri sono stati condannati. Ma l’accusa ipotizza almeno 27 tra complici e mandanti, ad oggi impuniti. Oggi è vicedirettrice di El Tiempo e continua la sua attività di giornalista investigativa. Il suo impegno come giornalista e come attivista ha spinto centinaia di donne sudamericane a denunciare: “No es hora de callar”, “Non è più tempo di tacere” è il nome del movimento che ha fondato
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