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Programma Edizione 2024

Evento

Press care, life care. Liberare la verità, nutrire la vita

25-26-27 Novembre 2024, a Bari e Lecce e in diretta streaming su tutti i canali social del FMWJ

Giorno 1

25 Novembre 2024

Aula don Tonino Bello dell'Università di Bari via Crisanzio 42, BARI

Panel 1 - Press care, life care - Liberare la verità, nutrire la vita

Tutelare la libertà d’informazione significa difendere ogni aspetto della vita democratica, dei diritti civili, dei diritti umani, della giustizia ambientale ed ecologica. Dal livello di libertà di stampa si misura la tenuta di dello Stato di diritto. In Italia l’instabilità crescente del sistema editoriale e la trasformazione dei e delle giovani giornalisti e giornaliste in lavoratori poveri non riesce a garantire il turn over in una categoria che assottiglia sempre più le sue fila. Eppure, come recita l’articolo 1 del testo unico deontologico, giornalisti ed editori insieme devono garantire la tutela delle fonti e sono tenuti a rispettare il segreto professionale, dunque sono co-responsabili del circuito delle notizie. Mentre l’articolo 2 del testo unico deontologico riguarda solo giornaliste e giornalisti, l’articolo 1 chiama in causa il sistema editoriale nella sua interezza. Ma oggi le nuove riforme legislative minano alle basi il diritto dei cittadini di essere informati, la UE lancia un allarme relativo alla riforma della giustizia, della protezione dei giornalisti, delle querele temerarie e della pluralità del servizio pubblico pressocché ignorato.

Introduce

Marilù Mastrogiovanni – ideazione e direzione Forum of Mediterranean women journalists

Intervengono

Stefano Bronzini – rettore Università degli Studi di Bari

Loredana Capone – presidente del Consiglio della Regione Puglia

Loredana Perla – direttrice Dipartimento For. Psi. Com di UniBa.

Luigi Cazzato – coordinatore Master in Giornalismo UniBa

Piero Ricci – presidente Ordine dei giornalisti Regione Puglia

Vito Fatiguso – segretario Assostampa Puglia

Raffaele Lorusso – Comitato esecutivo Federazione Internazionale dei giornalisti (IFJ)

Lino Patruno – direttore Medi@terraneonews, Master in Giornalismo UniBa

Trisha Thomas – associazione Stampa estera, Associated Press Television

Rossella Matarrese – Coordinatrice regionale Gi.U.Li.A. giornaliste

ORE 09:30 / 11:30

Panel 2 - Femminismi e libertà di stampa nell’Africa Sub-Sahariana

Mentre in molti paesi africani i femminismi in varie forme e con diverse pratiche portano avanti da alcuni decenni una lotta non-violenta per il raggiungimento dei diritti civili e umani per tutte e tutti, la narrazione sull’Africa e sulle migrazioni, contrariamente a quanto sancito dalla Carta di Roma, che è parte integrante del Testo unico deontologico (come recitato dal TU, premessa) rimane imprigionata in gabbie fatte di pregiudizi e stereotipi.

Alessandra Contino – Sociologa

Antonella Napoli – giornalista, direttora Focus on Africa

Leah Pattem – giornalista e fotografa, Madrid, Spagna

Désirée Deneo – consulente in diritti delle donne e femminismo, attivista femminista, Segretaria Generale di Ligue Ivoirienne des Droits des Femmes

Modera: Marisa Ingrosso – giornalista, Gazzetta del Mezzogiorno

ORE 12:00 / 14:00

Panel 3 - Decolonizzare l’informazione: il giornalismo locale tra news desert e ghost papers

Il fenomeno dei news desert e dei ghost papers si inizia a studiare negli USA, ma le avvisaglie della sua diffusione sono riscontrabili anche in Italia. Il giornalismo locale diventa quindi un presidio di democrazia, laddove il diritto di essere informati è compromesso e la vita dei cittadini, in alcune aree periferiche, non fa notizia. A farne le spese sono come sempre le minoranze, e tra queste le donne: la narrazione che le riguarda, è spesso infarcita di sessismo. Le giornaliste, specialmente nelle aree periferiche, sono il target preferito degli haters.

Silvia Savoye – giornalista, direttora Aosta news

Alessia Melchiorre – co-fondatrice collettivo Marea media

Iliana Papangeli – giornalista, managing director del giornale d’inchiesta Solomon, Grecia

Daniela Sala – fotoreporter, co-fondatrice collettivo FADA

Grazia Attolini – giornalista, Ossigeno per l’Informazione

Modera: Marilù Mastrogiovanni – ideazione e direzione Forum of Mediterranean Women Journalists

In collaborazione con Associazione Nazionale Stampa Online (ANSO)

ORE 15:00 / 17:00

Giorno 2

26 Novembre 2024

Aula Leogrande (palazzo Ex Poste dell'Università di Bari) Piazza Cesare Battisti 1, BARI

Panel 4 - Palestina, il genocidio in diretta?

Il 26 marzo 2024 è uscito il rapporto delle Nazioni Unite “Anatomia di un Genocidio”, a firma di Francesca Albanese, Relatrice Speciale della Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati dagli israeliani dal 1967. In base allo studio curato dalla Special Rapporteur ci sono ragionevoli motivi perché quanto sta accadendo in Palestina venga incardinato come “crimine di genocidio”, mosso, secondo il rapporto, dal progetto coloniale israeliano di insediamento in Palestina. Il racconto di una tragedia affidato a poche giornaliste e giornalisti freelance palestinesi che dal di dentro e dal basso provano a restituire umanità ad un’informazione assuefatta alle immagini cruente e alla infodemia e alla pornografia della guerra. Quale responsabilità deontologica per i giornalisti per garantire una informazione equilibrata?

Erminia Rizzi, esperta in Diritto immigrazione e asilo

Bisan Owda, giornalista in collegamento da Gaza, Palestina

Jumana Shaheen, giornalista, in collegamento da Il Cairo, Egitto

Wessal Yousef, giornalista

Francesca Albanese, Relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati

Cecilia Dalla Negra, giornalista, responsabile dell'edizione italiana di Orient XXI

Micol Meghnagi, sociologa, Università di Bologna

Alessandra Costante, segretaria generale FNSI

Modera: Luigi Cazzato, coordinatore Master Giornalismo UniBa

Ore 09.30-11.30

Panel 5 - Jineolojî, la rivoluzione delle donne in Kurdistan

Il movimento delle donne in Kurdistan è l’avanguardia del femminismo, che vuole riformare ogni aspetto del vivere civile a partire da una pedagogia trasformativa della società. Eppure la portata di questa rivoluzione, basata sulla convivenza pacifica di popoli e culture a partire dall’abolizione del patriarcato, viene sottaciuta e censurata dai media mainstream e le condizioni di un popolo oppresso dall’apartheid messo in atto da quattro Stati-nazione sono rimosse dalla coscienza collettiva. Eppure il Testo unico dei doveri del/della giornalista, prevede una serie di obblighi affinché si eviti il cosiddetto “doppio standard”, ovvero un racconto discriminatorio e censorio rispetto alle specificità delle diverse culture ed etnie..

Necibe Qeredaxi, attivista Jineoloji Academy, Iraqui Kurdistanê (Kurdistan irakeno)

Gulistan Ike, giornalista, Newaya Jin, Bakurê Kurdistanê (Kurdistan turco)

Modera: Marilù Mastrogiovanni

12-14

Panel 6 - Tra edutainment ed infotainment: il giornalismo come strumento pedagogico

Il giornalismo come strumento pedagogico per l’esercizio del pensiero critico e la formazione di una cittadinanza globale e digitale può essere l’occasione per sperimentare un vero e proprio dispositivo di insegnamento e apprendimento collettivo, dove tutti hanno da imparare e tutti possono insegnare. L’esperienza di XQ the news è un esempio di come ingaggiare la GenZ, sperimentando forme innovative per decolonizzare l’informazione in chiave intersezionale, mentre il metaverso e gli ologrammi possono diventare nuovi ecosistemi per un apprendimento e un’informazione più empatici. Come conciliare l’esigenza di un giornalismo emotivamente più coinvolgente con la necessità di non cadere in spettacolarizzazioni lesive della dignità delle persone? La spettacolarizzazione dell’informazione infatti non deve comprometterne la qualità e la presenza dei giornalisti nell’infotainment deve assicurare il rispetto della deontologia professionale.

Monica Carella, ingegnera, Sales manager digital healthcare, Predict Spa

Paula Estalayo, project coordinator, Octaedro, Spagna

Alessandra Costante, giornalista, segretaria generale FNSI

Fiona Govan, giornalista freelance, Madrid, Spagna

Laura Casamitjana, giornalista, content editor XQ The News

Valentina Isernia, giornalista, Idea Dinamica coop

Modera: Gianpaolo Altamura, giornalista, ricercatore in Letteratura italiana contemporanea UniBa

15-17

Giorno 3

27 Novembre 2024

Refettorio dell’ex convento Agostiniani Viale Michele De Pietro 10 - LECCE

Panel 7 - Maternità, salute mentale e leadership nel giornalismo

Stress, ansia, senso di inadeguatezza. E ancora sindrome da burnout, attacchi di rabbia immotivati, depressione, disturbi alimentari, attacchi di panico, disturbi da stress post traumatico: sono solo alcuni dei problemi rilevati dalle indagini più recenti. Ma se le difficoltà relative alla salute mentale riguardano tutti i giornalisti, per le donne giornaliste i problemi relativi alla gestione della maternità e alla pressione lavorativa si possono tradurre in un ulteriore ostacolo per il loro pieno empowerment e il riconoscimento della leadership sul lavoro. Come ottemperare agli obblighi imposti dalla deontologia professionale, relativi al corretto utilizzo del linguaggio di genere privo di stereotipi sessisti e discriminazioni, se già nelle redazioni le giornaliste devono combattere per contrastare una cultura patriarcale che compromette non solo il sereno avanzamento della loro carriera ma anche la quotidianità delle relazioni tra colleghi?

Barbara Consarino, giornalista, Associazione Giulia giornaliste

Stefania Prandi, giornalista freelance

Alice Facchini, giornalista freelance

Vittoria Torsello, co-fondatrice collettivo Marea media

Modera: Marilù Mastrogiovanni

In collaborazione con: progetto “Io vivo qui” dell’Associazione Fermenti Lattici 

Ore 15:00 / 17:00

Panel 8 - La riproduzione sociale (non) è (più) roba da femmine

Secondo il rapporto “Care Work and Care Jobs for the Future of Decent Work” dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), il valore del lavoro di cura e domestico non retribuito è pari a 11mila miliardi di dollari, ossia il 9% del prodotto interno lordo (PIL) globale. I dati, relativi a 64 Paesi nel mondo, tra cui l’Italia, dimostrano che ogni giorno 16,4 miliardi di ore sono dedicate al lavoro di cura non retribuito, di cui il 76,2% è svolto da donne. Dunque, il lavoro di cura quotidiano non retribuito delle donne di tutto il mondo riguarda 1,5 miliardi di donne, che lavorano otto ore al giorno senza essere retribuite. L’Italia è tra i paesi con il più alto numero di ore non retribuite e la minore spesa pubblica per determinate politiche di assistenza in percentuale del PIL e rapporto occupazione/popolazione di donne con responsabilità di cura. La cura, è alla base della “riproduzione sociale”, ossia tutte quelle attività vitali per la tenuta stessa della società. Un vero e proprio tessuto connettivo costruito sul lavoro di cura (in nero) delle donne. Un fenomeno che riguarda anche le donne giornaliste, in bilico tra vita familiare e lavorativa: come recita l’articolo 5 bis del Testo unico dei doveri del/della giornalista, la narrazione deve essere priva di stereotipi sessisti e discriminazioni: ma come riuscire ad applicare correttamente il Testo unico dei doveri del/della giornalista se a partire dalla quotidianità del lavoro redazionale il work life balance è sempre a scapito delle giornaliste?

Elena Gentile, pediatra, già europarlamentare

Anna Maria Moschetti, associazione culturale Pediatri, gruppo Pediatri per Un Mondo Possibile

Anna Frasca, esperta statistica CREIS

Raffaella Patimo, docente di Economia del lavoro, UniBa

Modera: Serenella Molendini, presidente Creis

In collaborazione con: Centro di ricerca europeo per l’innovazione sostenibile (Creis)

ORE 17.30 / 19.30
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