Aula Leogrande, palazzo Ex Poste
Il movimento delle donne in Kurdistan è l’avanguardia del femminismo, che vuole riformare ogni aspetto del vivere civile a partire da una pedagogia trasformativa della società.
Eppure la portata di questa rivoluzione, basata sulla convivenza pacifica di popoli e culture a partire dall’abolizione del patriarcato, viene sottaciuta e censurata dai media mainstream e le condizioni di un popolo oppresso dall’apartheid messo in atto da quattro Stati-nazione sono rimosse dalla coscienza collettiva. Eppure la Carta di Roma, parte integrante del Testo unico dei doveri del/della giornalista, prevede una serie di obblighi affinché si eviti il cosiddetto “doppio standard”, ovvero un racconto discriminatorio e censorio rispetto alle specificità delle diverse culture ed etnie.
Necibe Qeredaxi, attivista Jineoloji Academy, Iraqui Kurdistanê (Kurdistan irakeno)
Gulistan Ike, giornalista, Newaya Jin, Bakurê Kurdistanê (Kurdistan turco)
Modera: Marilù Mastrogiovanni
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