I sistemi di potere patriarcali si fondano su pratiche violente di coercizione dei corpi, spingendosi fino a sopprimerli se avvertiti come ribelli. Anche per questo con una partitura a più voci le giornaliste hanno chiesto #VeritàperDaphne
Di Paola Zaccaria*
A Bari e a Lecce è andata in scena un’oper/azione transmediterranea, femminista e antiviolenta assolutamente imperdibile per tutt* coloro che pongono il nodo della violenza contro le donne e contro ogni differenza come questione imprescindibile da affrontare per mettere a nudo la violenza dei sistemi di potere ancora patriarcali che si fondano su pratiche violente di coercizione dei corpi, spingendosi fino a sopprimere i corpi se avvertiti come ribelli.
Il secondo Forum delle giornaliste del Mediterraneo organizzato dall’associazione Giulia giornaliste (Giornaliste unite libere autonome) su un’idea della giornalista pugliese Marilù Mastrogiovanni, in collaborazione con varie realtà pugliesi e nazionali, è dedicato alla giornalista e blogger maltese Daphne Caruana Galizia. Le giornaliste e scrittrici che hanno composto la partitura di questa opera a più voci, in più lingue, e due atti (Bari e Lecce), hanno chiesto #VeritàperDaphne, “illuminando” le sue inchieste.
La due-giorni costruisce un percorso trasversale agli obiettivi di tutte le pratiche non violente, di genere, e di messa in discussione delle pratiche giornalistiche di apparato, è molto in consonanza con le politiche e riflessioni della rete anti-violenza transnazionale Non una di Meno che ha da pochi giorni partorito uno straordinario piano antiviolenza che verrà incarnato nei corpi di donne e uomini che lo reciteranno per le strade di Roma sabato 25 novembre in una grande marcia.
Focalizzando l’attenzione sulla questione delle complicità di certa comunicazione con le forme di violenza sistemica globale, la rete GIULIA illumina una delle questioni nodali affrontate dalla rete Non una di Meno, quello della comunicazione: ogni intervento verte su #PressPhobia: la nuova guerra all’informazione.
Le giornaliste, studiose e scrittrici intervenute provengono da varie sponde del Mediterraneo. Sono donne coraggiose, autorevoli, eretiche, dissidenti rispetto alle molteplici regole sessiste scritte e non scritte dei differenti paesi e culture da cui provengono. Portano parole, analisi critiche e pratiche di scollegamento dal patriarcato ancora colonialistico in ogni dove che non possono che rinforzarci e illuminarci nella costruzione di una politica e convivenza non violenta. Sono le sorelle delle terre dei conflitti a cui Marilù Mastrogiovanni, spinta dalla sua inarrestabile forza ideativa, progettuale e utopistica ha chiesto di collaborare alla costruzione di una visione di convivenza mediterranea senza muri. A tutte loro, al gruppo che ha collaborato con Marilù, il nostro grazie senza confini.
*attivista e ricercatrice di S/Murare il Mediterraneo (smuraremediterraneo.wordpress.com) e Archivio di genere presso l’Università di Bari (www.facebook.com/ArchiviodiGenere)