Edit Content

Chi siamo

Il Forum è nato dalla giornalista Marilù Mastrogiovanni ed è organizzato da Giulia Giornaliste e dalla cooperativa IdeaDinamica, con l’obiettivo di “creare ponti, abbattere muri: promuovere una riflessione sul giornalismo delle giornaliste investigative, come presidio di Democrazia, dunque di Pace”.

Contatti

FMWJ Forum 2024Cover Twitter

Mercoledì scorso il lavoro di Daphne Caruana Galizia ha ricevuto un riconoscimento agli European Leadership awards a Bruxelles. Il discorso di accettazione del figlio era rivolto al contrasto tra l’apprezzamento internazionale del lavoro di Daphne e i continui tentativi, a Malta, di screditarla. Ecco uno sguardo dall’interno a come i gruppi segreti online dei Laburisti hanno festeggiato la sua morte il 16 ottobre 2017.

 

La notizia dell’assassinio della giornalista Daphne Caruana Galizia il 16 ottobre è stata accolta con incredulità ed orrore in tutto il mondo, ma non nei gruppi di odio online dei Laburisti: è quanto rivela The Shift News.

Mentre l’uccisione di Caruana Galizia in un attacco dinamitardo alla sua auto fuori di casa ha prodotto titoli sui giornali internazionali, membri di gruppi d’odio su Facebook, amministrati e popolati da funzionari del governo e del Partito Laburista, hanno accolto la notizia invitando a festeggiare.

Charlene Chetcuti Garrett, componente di un gruppo d’odio, ha detto: “Festeggiamo!”. L’utente Chri Chri Zammit ha detto: “Fanculo il suo sangue (?), adesso lasciamola bruciare”.

Altri lealisti del Partito Laburista hanno descritto l’omicidio di Caruana Galizia come un atto di “karma”, un credo nella giustizia distributiva in cui la vita di una persona è determinata dalle sue azioni passate.

Carmel Spiteri ha scritto: “Lei non può riposare in pace perché è a pezzi, non può nemmeno essere sepolta, il karma è una puttana”.

Altri membri di gruppi d’odio hanno scritto commenti del tenore “ha avuto quel che meritava” e “si raccoglie quel che si semina”.

Un membro de gruppo d’odio “Dia Sliema” ha scritto: “Fanculo la libertà d’espressione!… E se è la libertà d’espressione che vogliamo bene, questa è la mia libertà d’espressione!!! Se l’è meritato”.

 

 

Quando l’esternazione del dolore, altrove a Malta e all’estero, si è rapidamente trasformata in rabbia, proteste e richieste di dimissioni, i membri dei gruppi d’odio online hanno iniziato ad innervosirsi.

“Silvio Seisun” è stato il primo a scrivere: “Dovremmo incontrarci davanti a Castille (la sede del Primo Ministro, ndr) come dimostrazione di solidarietà al Primo Ministro?”.

Ancora, più tardi, lo stesso membro ha scritto: “Stanno dicendo che dovremmo radunarci domani davanti al Parlamento, dopo il discorso del Primo Ministro”. Altri si sono uniti, invocando un incontro di massa “anti protesta”.

In un tentativo di evitare quello che sarebbe stato un disastro in termini di pubbliche relazioni (e che avrebbe rischiato di provocare un violento conflitto), amministratori e membri hanno iniziato a condividere il messaggio ufficiale di restare a casa. Il messaggio dava indicazione di “stringersi intorno al Primo Ministro e seguire le sue istruzioni”.

Mario Grech, amministratore di uno dei gruppi d’odio, ha sottolineato anche che le persone avrebbero dovuto solo commentare e cliccare “mi piace” in supporto a Muscat, aggiungendo che “non c’è da preoccuparsi, il nostro amato [Joseph Muscat] li vedrà”.

 

 

 

Altri episodi, compresa l’intervista  di BBC Newsnight al Primo Ministro, fatta da John Sweeney, sono risultati allo stesso modo un appello per una mobilitazione di massa come dimostrazione di forza. Ogni appello veniva accolto da messaggi nervosi degli amministratori che chiedevano di restare a casa, di stare calmi e inviare soltanto messaggi di solidarietà.

Muscat è stato membro di vari gruppi d’odio online, almeno negli ultimi sette anni, attraverso il suo account Facebook personale. Nonostante i recenti appelli a lui rivolti, perché lasciasse e condannasse questi gruppi, Muscat non è riuscito a farlo.

Il Presidente ha abbandonato i gruppi due giorni dopo che The Shift News ha pubblicato la sua inchiesta sull’attività dei gruppi d’odio. “Il Presidente ha condannato fermamente e senza riserve qualunque tipo di prepotenza o minaccia di violenza, indipendentemente dalla loro fonte,  e chiede a gran voce che tali sentimenti disgustosi non trovino posto nella società maltese”, ha detto in una nota.

Un portavoce del governo ha rifiutato di confermare l’appartenenza di Muscat quando gli è stato chiesto da The Times of Malta, la scorsa settimana, e ha sostenuto falsamente che gli utenti vengono aggiunti senza dare il consenso, a loro insaputa, una tesi che The Shift News ha dimostrato essere falsa.

La parlamentare del Partito Laburista, nonché coordinatrice della comunicazione presso l’ufficio del Primo Ministro, Rosianne Cutajar, ha difeso pubblicamente i gruppi d’odio nelle scorse settimane. Cutajar resta un’utente attiva dei gruppi, nei quali viene condiviso suo materiale autopromozionale e Cutajar stessa ringrazia gli altri membri per il loro “supporto”.

 

 

La rete dei gruppi d’odio pro-Muscat ha una lunga storia di incitazione alla violenza contro Caruana Galizia. Prima che lei fosse assassinata, membri di questi gruppi spesso condividevano un meme popolare che ritraeva la giornalista con corna sataniche alla sua veglia funebre, con il testo: “Con grande gioia accogliamo la morte di Daphnie [sic] Caruana Galizia, nota come la strega di Bidnija… che non lascia nessuno a piangere la sua perdita. Oh Signore, dalle ciò che lei ha dato agli altri”.

 

 

Tra i membri di gruppi d’odio, i cui vari commenti sembrano violare l’Atto di protezione dei dati di Malta e l’articolo 82° del Codice penale, c’è anche il presidente dell’Unione dei poliziotti del Sindacato generale dei lavoratori, Sandro Camilleri.

La legge chiede che la polizia resti imparziale, ma non c’è stata alcuna reazione da parte del Capo della polizia alla partecipazione di Camilleri all’interno del gruppo “Laburisti fino alla morte”.

Camilleri ha giocato un ruolo critico nel ciclo di notizie che hanno portato a dare la colpa del presunto tentato omicidio del membro del PC Schembri non a Liam Debono, un diciassettenne problematico, ma agli attivisti anti-corruzione, critici verso il governo e il Capo della polizia, che non hanno agito nonostante le prove.

 

 

Il discorso d’odio di alcuni membri contro Caruana Galizia e la sua famiglia sopravvissuta è continuato indisturbato dopo l’omicidio, con membri che chiedevano una “festa di piazza” nel giorno del suo funerale, definendo la sua famiglia “una famiglia di animali” e proponendo musica alta e drink per festeggiare, invitando a vestirsi di rosso, il colore del Partito Laburista, con commenti e nuovi memes su streghe che bruciano su una pira o sepolte.

La rete di gruppi d’odio pro-Muscat è usata per generare e guidare cicli d’odio, in cui funzionari del Partito Laburista e del governo condividono con i gruppi fotografie e dettagli personali degli oppositori, in un processo chiamato hate baiting (innescamento dell’odio), e con un linguaggio violento incitano gli altri membri a insultare e molestare la persona oggetto dei loro post.

Andrew Caruana Galizia, accettando il premio in sostituzione di sua madre, a Bruxelles, si è rivolto ad una sala affollata durante gli European Leadership awards:

“Alcune persone che erano responsabili della protezione di mia madre, e che ora hanno la responsabilità di fare giustizia per la sua morte, sono contente che lei non possa più denunciare le loro falle etiche, condannare le loro pratiche corrotte o schernire la loro incompetenza. Lo sappiamo perché loro stessi non hanno remore nel dirlo”.

 

 

The Shift News ha criticato anche i post su Facebook nei gruppi online del Partito Nazionalista, usati per alimentare il supporto verso il leader del Partito e mettere a tacere le critiche. Ancora, i gruppi laburisti sono strettamente collegati al governo e gestiti da uno staff, pagato dai contribuenti, che lavora presso i ministeri della Giustizia e dell’Istruzione.

L’entità e la coordinazione dei gruppi pro-Laburisti che coinvolgono funzionari governativi pone un danno reale alla libertà d’espressione e allo stato di diritto a Malta.

 

Fonte: The Shift News

Condividi
Giornaliste.org

Leave a Reply