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Chi siamo

Il Forum è nato dalla giornalista Marilù Mastrogiovanni ed è organizzato da Giulia Giornaliste e dalla cooperativa IdeaDinamica, con l’obiettivo di “creare ponti, abbattere muri: promuovere una riflessione sul giornalismo delle giornaliste investigative, come presidio di Democrazia, dunque di Pace”.

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Forum delle Giornaliste del Mediterraneo, via alla sesta edizione con Fondazione Pangea Onlus, il Ministero degli esteri e Unesco

I temi scelti per il 2021 sono Donne, Pace, Sicurezza e Infodemia. La rassegna, nata nel 2016 si svolgerà dal 3 al 7 novembre a Roma e dal 21 al 25 in Puglia tra Bari, Lecce, Brindisi e Taranto. Trenta panel, 60 ore di formazione, 10 giornate, 120 esperte dai paesi euromediterranei

ROMA e BARI – È arrivato alla sesta edizione il Forum delle Giornaliste del Mediterraneo (https://giornaliste.org/) che, fondato nel 2016 dalla giornalista investigativa Marilù Mastrogiovanni, si svolge a ridosso del 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Il Forum of Mediterranean Women Journalist quest’anno vedrà tre partner d’eccezione, Unesco, Fondazione Pangea Onlus e il Ministero degli esteri, che sostiene il progetto, articolato in due tappe: la prima a Roma, dal 3 al 7 novembre, la seconda resterà itinerante con convegni tra Bari, Lecce, Brindisi e Taranto, dal 21 al 25 novembre e vede una programmazione imponente: 30 panel, 60 ore di formazione, 10 giornate, 120 giornaliste, attiviste, accademiche, provenienti dai paesi euromediterranei.

Doppio anche il filo conduttore: “Donne, Pace, Sicurezza” e “Infodemia”. Invariata la mission del Forum: “Creare ponti e abbattere muri, promuovendo una riflessione sul lavoro delle giornaliste investigative, come presidio di Democrazia, dunque di pace”.

La partnership con Unesco

Unesco, agenzia Onu specializzata nella promozione della libertà di stampa, a Bari, nell’ambito della programmazione del Forum, sosterrà una master class con alcuni dei componenti della giuria Unesco, presieduta da Marilù Mastrogiovanni, che assegna il premio mondiale per la libertà di stampa dedicato a “Guillermo Cano”.

Inoltre Unesco organizzerà un training sulle tecniche di sicurezza, dedicato soprattutto alle giornaliste investigative.

La master class e il training saranno in collaborazione con l’Università di Bari e il Master in Giornalismo.

Il Forum è organizzato da Fondazione Pangea Onlus e dall’Associazione giornaliste del mediterraneo, in collaborazione con la cooperativa di giornalisti IdeaDinamica, Giulia Giornaliste, l’Università di Bari e il master in giornalismo di Uniba.

È finanziato dal Ministero degli esteri italiano, Unesco, Corecom Puglia, la Consigliera di parità della Regione Puglia.

Il programma su:

https://giornaliste.org/programma-completo-edizione-2021

Gli incontri saranno trasmessi on line sulle pagine Facebook del Forum delle giornaliste del Mediterraneo, Fondazione Pangea onlus, Master in Giornalismo dell’Università di Bari, Giulia giornaliste, Idea dinamica scarl.

CINQUE POSITION PAPERS

Questo imponente lavoro di networking, e tutto quanto emerso negli eventi di sensibilizzazione e formazione, saranno la base per sviluppare 5 position paper sull’Agenda DPS-WPS rispetto alle 5 tematiche proposte dal Forum Donne Pace e Sicurezza, ossia i conflitti ideologici, sociali, politici, religiosi, ambientali.

I position paper confluiranno come allegati nel “Manifesto di Taranto”, che sarà l’output finale del progetto “Europe4Future”, che sarà presentato al Parlamento europeo.

Il #DopoForum

Quest’anno, dopo i panel della mattina, le serate lasceranno spazio alle immagini, ai dibattiti, alla suggestione del teatro e della letteratura. Il Forum si arricchisce infatti del Festival #DopoForum: dal 3 al 7 novembre, presso il teatro del “Centro Donna Pangea”, via Cesare Balbo 4, proiezioni di documentari, spettacoli teatrali, presentazioni di libri, aperitivi multiculturali.

‘Dì la verità anche se la tua voce trema’

“È fondamentale riconoscere il ruolo delle donne nei processi di pace e nella risoluzione dei conflitti. Un ruolo spesso taciuto o trascurato, perché le guerre storicamente vengono raccontate al maschile. Invece la realtà dei fatti ci racconta il contrario, di un ruolo attivo e centrale delle donne in questi percorsi, tanto che la stessa legge 1325 le riconosce non solo come vittime ma anche come agenti di ricostruzione di società e mediatrici dei processi politici. È fondamentale cogliere questo aspetto quando si parla di conflitti. Le storie delle donne che abbiamo coinvolto ci dicono proprio questo e ci insegnano che non basta il coraggio: bisogna incontrarsi, riconoscersi e lottare insieme. L’obiettivo resta sempre quello di mettere l’accento sulla pace, sulla guerra e sulla condizione del genere femminile e, allo stesso tempo, rilevare l’importanza dei percorsi di solidarietà, di presa di coscienza e di sorellanza”, afferma Simona Lanzoni, vicepresidente di Fondazione Pangea Onlus.

La figura della giornalista investigativa maltese, Daphne Caruana Galizia, uccisa il 16 ottobre 2017 nell’esplosione di una bomba piazzata a bordo della sua auto e azionata con un telecomando a distanza è di ispirazione per tutte le attività del Forum.

Galizia aveva 53 anni, era madre di tre figli. Negli ultimi anni aveva condotto una serie di inchieste che avevano scosso il mondo della politica e aveva anche subito il blocco dei suoi conti correnti. ‘Dì la verità anche se la tua voce trema’, ripeteva. Ed è questo il titolo del suo libro pubblicato postumo.

“E’ un messaggio che non possiamo e non vogliamo far cadere nel vuoto”, dice la giornalista Marilù Mastrogiovanni, fondatrice e direttrice del Forum e presidente della giuria del World Press Freedom Prize Guillermo Cano di Unesco, il premio mondiale per la libertà di stampa che ogni anno viene assegnato a un giornalista che si distingue per l’impegno al servizio delle libertà di stampa e di espressione. “Per questo rafforziamo il nostro impegno per sostenere le giornaliste che in Italia, così come in ogni parte del mondo, ogni giorno, raccontano e approfondiscono i fatti anche mettendo a rischio la propria vita. Sono donne human rights defenders, la cui voce viene messa a tacere o resta isolata.

Quella voce, invece, va amplificata ogni giorno affinché possa superare limitazioni e ostacoli per diventare patrimonio condiviso ed è con questo obiettivo che proseguiamo nella costruzione di una rete tra le giornaliste investigative, le attiviste della società civile e le donne che si occupano di gender studies”, prosegue. “Allo stesso tempo siamo impegnate ad approfondire la condizione femminile nel mondo, dando ascolto a chi proviene da realtà difficili. La bussola in questo viaggio è costituita dalla dichiarazione dei diritti delle donne scaturita dalla conferenza mondiale delle donne a Pechino e dalla Risoluzione 1325 dell’ONU”, sottolinea Mastrogiovanni.

Le partnership

Il Forum, già presente sui tavoli di Unesco, Onu, Osce, Anna Lindh foundation, da quest’anno è entrato a far parte del progetto Europe4Future, pensato per dare spazio alle idee, ai desideri e ai progetti degli studenti e delle studentesse sul futuro dell’Europa. Il progetto, di cui è capofila Crea Onlus e partner il gruppo editoriale Citynews, è rivolto alle scuole, alle università e alle associazioni studentesche, e ha ottenuto il finanziamento del Parlamento europeo. L’Europa chiede il contributo dei giovani e delle donne del Sud sul cambiamento climatico e sull’ambiente, sulla salute, sull’economia, sulla giustizia sociale e sull’occupazione, sui rapporti dell’Unione Europea nel mondo, sui valori e sui diritti, sulla sicurezza, sulla trasformazione digitale, sulla democrazia europea, sulla migrazione e sull’istruzione, sulla cultura, sullo sport.

L’opportunità è offerta dalla piattaforma on line Europe4future che costituisce il motore della conferenza sul futuro dell’Europa. Le proposte saranno raccolte per continuare a camminare e diventare realtà. “Tutte le idee confluiranno in un documento che abbiamo voluto chiamare Manifesto di Taranto e che, nell’ambito del progetto ‘Europe4future’, sarà presentato direttamente al Parlamento europeo”, dice Marilù Mastrogiovanni. “La città di Taranto è stata scelta perché deve diventare simbolo della transizione ecologica, dello sviluppo sostenibile e possibile, non più teatro di scempio ambientale e morte. La rinascita dell’Italia deve partire dal Sud e Taranto deve essere il suo goal più riuscito”, conclude la fondatrice del Forum.

Tutte le edizioni del Forum delle Giornaliste del Mediterraneo sono state finanziate dal Comitato regionale per le comunicazioni del consiglio regionale della Puglia e dalla Consigliera di parità della Regione Puglia. Aderiscono alla rete del Forum of Mediterranean Women Journalists: l’Ordine nazionale dei giornalisti, Amnesty international, Reporters without borders, Ossigeno per l’Informazione, Ordine dei giornalisti Puglia, Assostampa, Smurare il Mediterraneo (Uniba), Master in Giornalismo (Uniba, dipartimento For. Psi. Com (Uniba), Archivio di Genere (Uniba), Balab-One stop shop (Uniba), Innovation & creativity center (Uniba), Fondazione Pangea- Reama, Centro antiviolenza Renata Fonte, Università di Malta, The Shift news (Malta), Association of European Journalists -Bulgaria, Collegi de periodistes de Catalunya, Czech Center for Investigative Journalism -Prague, Associacio Mon Comunicacio-Barcelona, Creis-Centro ricerca europea per l’innovazione sostenibile, Uzbek -German Forum for human rights-Berlin, Radio Radicale. Nel corso degli anni hanno aderito anche Unhcr-Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati; Presidenza della Camera dei Deputati (presidente Laura Boldrini); Accademia Della Crusca; Associazione nazionale “Articolo 21” e Università del Salento. Il Forum è entrato a far parte della rete Europe4Future.

SCHEDA: Risoluzione Onu 1325

Lo scorso anno, la Risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite su Donne, Pace e Sicurezza 1325 (d’ora in avanti, UNSCR 1325) ha compiuto 20 anni. Da allora, si sono aggiunte altre risoluzioni che hanno ampliato lo spettro dell’Agenda Donne, Pace e Sicurezza (DPS-WPS). Tuttavia, i consessi di mediazione dei processi di pace continuano ad essere principalmente occupati da uomini e la voce delle donne della società civile rimane a margine, spesso perché è più facile includere e ascoltare donne che appartengono a una élite ben formata rispetto a coloro che vengono da percorsi impervi.

Uno degli ostacoli rilevati sul campo che hanno impedito un’efficace implementazione e attuazione dell’Agenda DPS-WPS è la scarsa conoscenza della stessa da parte della società civile. I media sono lo strumento principale per informare la pubblica opinione. Per questo motivo, è assolutamente fondamentale che i giornalisti e le giornaliste siano in grado di rappresentare e narrare correttamente le esperienze, il vissuto e il ruolo delle donne all’interno dei conflitti, siano essi locali, nazionali o internazionali; politici, religiosi, ambientali, sociali o ideologici.

L’obiettivo generale del progetto è quindi di promuovere una formazione alla comunicazione strategica sulle tematiche dell’Agenda DPS-WPS e della UNSCR 1325 per valorizzare il ruolo delle donne nella risoluzione dei conflitti e nella promozione della pace e della sicurezza in Italia così come nei Paesi in conflitto. In questo modo, il progetto punta a portare a conoscenza della pubblica opinione l’Agenda DPS-WPS e le sue tematiche. In particolare, il progetto vuole far riflettere sui temi caldi relativi ai conflitti che stiamo attraversando in periodo di pandemia e sottolineare il ruolo fondamentale che le donne ricoprono nell’affrontare quotidianamente queste problematiche a livello locale, nazionale e globale.

Con questa edizione dedicata all’Agenda DPS-WPS, il Forum si propone di formare i/le giornalisti/e e gli/le aspiranti tali, mettendo a disposizione i moduli formativi per la formazione permanente on line, sulla piattaforma Sigef dell’Ordine dei giornalisti.

Il Forum fornisce, inoltre, la possibilità ad altri stakeholder interessati ed operativi nel settore di accrescere le proprie competenze su come comunicare efficacemente l’Agenda DPS-WPS per promuovere il ruolo delle donne nella sua applicazione

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