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La relazione di Elisa Giomi (AgCom) all’8°FMWJ

Guarda il video con la relazione della Commissaria dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni

di Claudio Carbone

La Professoressa Giomi è autorevolmente intervenuta nella prima giornata dell’ottavo Forum delle Giornaliste del Mediterraneo con una relazione in qualità di Commissaria dell’AGCOM (L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni).

Elisa Giomi, Docente Associata in Sociologia dei processi culturali e comunicativi presso l’Università degli Studi Roma Tre, ha sottolineato l’importanza della partecipazione di tutti al contrasto della cultura discriminatoria con particolare riferimento a quella di genere.

Chiunque, infatti, Enti, associazioni ma anche singoli cittadini, dovesse riscontrare l’eventuale presenza in trasmissioni televisive e radiofoniche (trasmesse attraverso qualunque piattaforma) non corretto, violativo della dignità femminile o capace di veicolare una rappresentazione distorta della violenza di genere può segnalarlo all’AGCOM tramite il sito dell’Autorità (https://www.agcom.it/) dalla sezione “Contenuti audiovisivi”.

La Commissaria si è poi soffermata sui principali strumenti a tutela della dignità umana e delle minoranze e per il contrasto dell’incitamento all’odio.

Fondamentale dal punto di vista storico è stata l’introduzione nel 2017 della “Raccomandazione sulla corretta rappresentazione dell’immagine della donna nei programmi di informazione e di intrattenimento”, primo intervento dell’AGCOM mirato alla questione di genere.

Incentrata principalmente sul trattamento da parte dei media delle molestie sessuali a seguito del fenomeno “me too” ha però il limite di non prevedere un apparato sanzionatorio, consentendo solo di emettere un “richiamo”.

Due anni più tardi viene introdotto il “Regolamento recante disposizioni in materia di rispetto della dignità umana e del principio di non discriminazione e di contrasto all’hate speech” che introduce l’importante concetto di “gruppo target” per individuare l’insieme di persone accumunate da uno o più caratteri che ne determinano una delegittimazione sociale. A seguito della rilevazione di un’infrazione l’Autorità può comminare una “diffida”.

Secondo la professoressa Giomi però, la novità più importante è costituita dal più recente “Regolamento in materia di tutela dei diritti fondamentali della persona ai sensi del Testo Unico dei servizi di media audiovisivi”. Aggiornato a seguito della direttiva europea sui servizi di media audiovisivi (cosiddetta direttiva Smav), questo regolamento introduce, per la prima volta, la possibilità di comminare sanzioni che possono variare dai 30mila ai 600mila euro.

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Claudio Carbone