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Il Forum è nato dalla giornalista Marilù Mastrogiovanni ed è organizzato da Giulia Giornaliste e dalla cooperativa IdeaDinamica, con l’obiettivo di “creare ponti, abbattere muri: promuovere una riflessione sul giornalismo delle giornaliste investigative, come presidio di Democrazia, dunque di Pace”.

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Lanzoni: valorizziamo il ruolo delle donne nei processi di pace

Afghanistan, Ucraina, Sahel: le donne per la pace

Far parlare le donne di tutto il mondo, fondamentale per la difesa dei diritti umani e le disuguaglianze di genere che la guerra rafforza

Far parlare le donne di tutto il mondo, fondamentale per la difesa dei diritti umani e le disuguaglianze di genere che la guerra rafforza

Quest’anno il Forum si inserisce in un contesto politico internazionale sempre più dilaniato dalle guerre.

La guerra è, come sempre, lo strumento per la ridefinizione dei poteri. Per questo, quando parlano le armi, le donne vengono spesso cancellate e ridotte a una condizione di subalternità e di sole vittime. 

È fondamentale invece riconoscere il loro ruolo nei processi di pace, nella ricostruzione del tessuto sociale e umano e nella risoluzione dei conflitti. Un ruolo spesso taciuto o trascurato, perché le guerre storicamente vengono raccontate al maschile – dice Simona Lanzoni, vicepresidente di Pangea Onlus e vicepresidente del Grevio, l’organo che in seno al consiglio d’Europa è deputato a monitorare lo stato di attuazione della Convenzione di Istanbul. . Con questa iniziativa mettiamo insieme donne che lavorano per la pace, ricercatrici, operatrici umanitarie, accademiche, giornaliste e attiviste per i diritti umani, provenienti da luoghi dilaniati dai conflitti come l’Afghanistan, l’Ucraina o il Sahel. Vogliamo rivendicare il ruolo attivo e centrale delle donne nei processi di pace e ribadire che l’agenda legata alla risoluzione 1325 del Consiglio di Sicurezza e quelle seguenti su Donne, Pace e Sicurezza, le riconoscono non solo come vittime ma anche come costruttrici di pace dei processi politici. 

È fondamentale cogliere questo aspetto quando si parla di conflitti perché sebbene cambino gli attori e i paesi, non cambia la sostanza: in Ucraina come in Afghanistan o nel Sahel sulle donne ricade il costo economico e sociale delle guerre. Sui loro corpi, emozioni, intelligenza. Le guerre le rendono povere e invisibili, perché rendono invisibile qualsiasi altro attore a parte i governi, gli eserciti e gli uomini. Per questo è necessario far parlare le donne di tutto il mondo, perché il loro contributo è fondamentale per la difesa dei diritti umani e per scardinare quelle disuguaglianze di genere che la guerra vuole rafforzare. 

Le donne che abbiamo invitato rivendicano un ruolo attivo nei processi di pace, di mediazione e di risoluzione dei conflitti. Diciamo insieme basta alle guerre è tempo di  cominciare un’altra storia. La Pace si costruisce con la Pace”.

Simona Lanzoni, vice presidente di Fondazione pangea Onlus

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