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Il Forum è nato dalla giornalista Marilù Mastrogiovanni ed è organizzato da Giulia Giornaliste e dalla cooperativa IdeaDinamica, con l’obiettivo di “creare ponti, abbattere muri: promuovere una riflessione sul giornalismo delle giornaliste investigative, come presidio di Democrazia, dunque di Pace”.

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La Consigliera di Parità della Regione Puglia in difesa della libera espressione

Di Francesca Rizzo

“In questo momento è in discussione un pezzo di Jobs Act, che ci auguriamo possa essere approvato al più presto, perché darebbe tutele per la maternità, per la salute e per l’accesso ai fondi europei, che per adesso alle libere professioniste sono negati”. Il discorso di Serenella Molendini, Consigliera di Parità della Regione Puglia, parte da una prospettiva ampia, quella del nascere donna, per focalizzarsi poi sull’aspetto professionale: esercitare mestieri a rischio, senza tutele, accettando in alcuni casi un “male minore” fatto di soprusi e molestie.

Molendini 2Come lei stessa ha raccontato, nel 2010 Molendini, da Consigliera di Parità della Provincia di Lecce, ha condotto un’indagine sul lavoro nero nel mondo del giornalismo. “Emerse un quadro sconfortante – riporta Molendini – fatto di lavoro estremamente precario, articoli che si pagavano, se si pagavano, 5 euro, di lavoro a volte nero e sommersissimo, ma anche di molestie sessuali nei luoghi di lavoro”. Una situazione comune a molte donne, giornaliste o meno, aggravata dall’aver fatto una scelta consapevole, nel voler intraprendere un mestiere difficile, poco “femminile”: “essere donne e (…) cercare risposte, sentirsi libere di fare delle domande, esporre le proprie opinioni, è completamente in contrasto, radicalmente, con quell’immagine della donna propria di una società patriarcale, maschilista e tribale”.

 Serenella Molendini ha condotto un’indagine sul giornalismo nella provincia di Lecce: in molte redazioni il lavoro nero sembra essere la norma, agevolato dalla paura, da parte delle vittime, di denunciare

La battaglia costante al fianco delle lavoratrici le ha insegnato che soprattutto le donne sono restie a raccontare episodi di violenza, perché temono che la situazione prenda pieghe ancor più spiacevoli; l’aspetto forse più grave, però, è che queste donne si sentono abbandonate da chi dovrebbe essere deputato a difenderle: “Nelle interviste e nei focus che ho realizzato a seguito di questa ricerca c’era anche tanta delusione da parte delle giovani donne, perché non si sentivano protette neanche dall’Assostampa, dal sindacato, dall’Ordine, dalle istituzioni: sentivano le istituzioni lontane”.

Molendini 1“Per quanto mi concerne – continua Molendini – essere accanto alle giornaliste è stato un imperativo morale”, e continua ad esserlo ogni giorno: la Consigliera si rivolge a giornaliste ed aspiranti tali per ricordare loro che non sono sole, che c’è chi si schiera al loro fianco per guidare la società al cambiamento e pretendere giustizia per i torti subiti. “La Consigliera è qui perché si occupa di donne e lavoro, è l’unica Pubblica Ufficiale di un organismo di parità, nessun’altra può adire in giudizio rispetto a questi temi. Quindi dó la mia disponibilità sempre e comunque ad accogliervi, ad ascoltarvi, a sostenervi e a proteggervi”.

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