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Proteste e scontri per l’omicidio di Jîna

di Elisa Vallarelli

Il modo migliore per onorare la memoria di Mahsa Amini, morta in circostanze non chiarite a Teheran a soli 22 anni, a seguito di un arresto da parte della polizia religiosa iraniana, è di restituirle il suo vero nome.

La ragazza era curda è si chiamava Jîna, che nella lingua del suo Paese significa “vita”. Ma il curdo è bandito nel Kurdistan iraniano e i nomi vengono cambiati in persiano (lingua parsi).

Jîna fu arrestata il 16 settembre 2022 per non avere indossato correttamente l’hijab. La morte è avvenuta poche ore dopo in carcere; per il regime iraniano per cause naturali ma per la sua famiglia e per migliaia di manifestanti, il tragico evento è avvenuto a causa delle percosse subite da Jîna durante il suo arresto. 

La notizia di questo ennesimo tragico evento ha innescato numerose proteste e scontri, in particolar modo contro la polizia morale religiosa iraniana, corpo istituito nel 2005 da parte del regime iraniano col fine di vigilare sul rispetto delle leggi e dei codici di abbigliamento. Le posizioni intraprese dal governo iraniano, a partire dal 2021, si stanno mostrando più rigide causando un clima di tensione nel Paese, che la morte di Jîna ha contribuito ad alimentare. 

Il 16 settembre 2022, oltre a rappresentare un tragico evento di cronaca nera, segna un punto di svolta nel complesso contesto iraniano. Sin da subito la morte della donna curda ha generato grande attenzione nel popolo iraniano, che attraverso le numerose applicazioni di messaggistica istantanea ha condiviso foto e video inerenti al tragico accadimento. Il governo degli ayatollah ha reagito a questo evento di grande portata limitando l’accesso ad internet in varie località del Paese. 

Il dissenso da parte del popolo iraniano non si è limitato all’utilizzo delle piattaforme di messagistica, si è riversato e si sta verificando tutt’ora nelle varie strade del Paese. Le numerose contestazioni sono iniziate nel Kurdistan iraniano, per poi coinvolgere più di cento città e non si sono limitate neanche dinanzi ai numerosissimi arresti e uccisioni da parte delle forze dell’ordine iraniane. 

Ad oggi le proteste sono ancora in corso e grazie all’utilizzo dei vari social media hanno raggiunto un’importanza di caratura internazionale, riscontrando forte consenso anche a chilometri di distanza. 

La più recente manifestazione si è verificata il 26 ottobre 2022 in ricordo dei 40 giorni dall’uccisione di Masha Jîna Amini e si è rivelata di portata epocale. L’evento è avvenuto nel Saqqez, città originaria della ragazza, coinvolgendo all’incirca 10mila persone. L’enorme folla si è riversata al cimitero dove è stata seppellita e la polizia ha cercato di fermare l’enorme afflusso utilizzando la forza, ottenendo scarsi risultati. 

Le manifestazioni per la morte di Jîna Amini, quindi, procedono ininterrottamente dal 16 settembre 2022, causando un oggettivo indebolimento del regime.

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