
Alle 11 e 24 minuti (ora di New York) del 10 maggio 2024, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha dichiarato chiusa la votazione relativa all’ammissione di un nuovo membro dell’Onu, la Palestina (Item-A/ES-10/L.30/Rev.1), con 143 voti a favore, 9 contrari e 25 astenuti. Il Forum delle Giornaliste del Mediterraneo ha appreso con sorpresa e disappunto che l’Italia fosse tra questi ultimi.
Dall’indomani del tragico e sciagurato attacco terroristico condotto ai danni dell’inerme popolazione israeliana del 7 ottobre scorso, infatti, il Governo italiano ha sempre sostenuto la necessità di una “soluzione a due Stati”. Il 10 maggio 2024 alle 13 e 13 minuti (ora di Roma) le agenzie di stampa italiane hanno rilanciato le affermazioni del vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani che ha pubblicamente riconosciuto la condizione di stallo dei negoziati anche solo per una tregua (<<L’Egitto e il Qatar stanno lavorando molto bene>> nella loro opera di mediazione per riuscire ad arrivare a <<un cessate il fuoco, che non sarà facile>>. Ma <<bisogna convincere Israele e Hamas a cambiare atteggiamento>>; ha detto stando ad Adnkronos) e ha ribadito che occorre <<trovare una soluzione che permetta di arrivare a due popoli per due Stati. Ci può essere fase transizione, ma quello deve essere l’obiettivo finale>>.
Eppure su questo l’Italia all’Onu si è astenuta. Per il momento, le uniche spiegazioni fornite all’opinione pubblica sono state quelle del rappresentante permanente italiano, l’ambasciatore Maurizio Massari, secondo cui – agenzia Ansa da New York delle 18 e 40 di ieri – «L’Italia condivide l’obiettivo di una pace globale e duratura che potrà essere raggiunta solo sulla base di una soluzione a due Stati con Israele e Palestina che vivono fianco a fianco in pace e sicurezza entro confini riconosciuti e concordati. Riteniamo che tale obiettivo debba essere raggiunto attraverso negoziati diretti tra le parti e dubitiamo che l’approvazione della risoluzione odierna contribuirà all’obiettivo di una soluzione duratura al conflitto. Per questo motivo abbiamo deciso di astenerci».
Nelle prossime ore il titolare della Farnesina è stato chiamato dalle opposizioni a spiegare in Parlamento le ragioni di questa scelta. Nel frattempo, come Forum delle Giornaliste del Mediterraneo, preme rilevare che, pur condividendo i timori manifestati dall’ambasciatore israeliano Gilad Erdan relativamente alla possibilità che il futuro Stato di Palestina possa esprimersi in libere elezioni a favore di Hamas, la realtà resta il sommo giudice delle scelte politiche operate in passato. Senza contare la lunga scia di sofferenza e mancata integrazione di questi lunghi decenni (76 anni), non ha possibilità di essere smentita la considerazione che l’assenza di una dimensione statuale definita e riconosciuta (anche in ordine alla vexata quaestio dei confini), ha condotto ad avere in questi ultimi mesi il seguente bilancio di sangue: il solo 7 di ottobre 2023, 1.100 persone trucidate e oltre 250 rapiti, 130 dei quali sono ancora trattenuti contro la loro volontà e per i quali il Forum pretende l’immediata liberazione; fra i palestinesi 35mila morti tra cui 15 mila bambini, giacché il 70% delle vittime da ottobre in poi sono state donne e bambini (fonte Francesca Albanese, relatrice speciale Onu per i territori Palestinesi occupati) e 77 mila feriti; fra i soldati israeliani oltre 252 morti e altri 1.523 feriti (bilancio Idf al 6 aprile 2024) e ora ci sarebbero circa un milione e 400 mila profughi interni palestinesi, a Rafah, che rischiano di rimanere uccisi in un’operazione di terra israeliana, non avendo altra via di salvezza.
Questo è il bilancio all’oggi in assenza di una soluzione a due Stati. Quindi, preso atto di ciò e facendo tesoro dell’analisi del vice premier e ministro degli Esteri Tajani circa l’impasse dovuta sia a Israele e sia ad Hamas di raggiungere un accordo per una tregua, quindi rilevando che la dimensione politica di Hamas è già oggi riconosciuta come interlocutore tanto da Israele quanto dalla comunità internazionale, il Forum delle Giornaliste del Mediterraneo chiede che l’Italia si adoperi con ogni energia affinché prosegua senza ostacoli il percorso attualmente avviato all’Onu per il riconoscimento della Palestina a pieno titolo come membro dell’Onu.
(Foto: Ansa)