Paola Zaccaria

Paola Zaccaria

deatrice del concept fondativo del progetto S/Murare il Mediterraneo (2009–>)

Geneticamente femminista, pacifista e clandestina, attivista e attraversatrice di movimenti, per 25 anni impegnata nel Centro Documentazione e Cultura delle Donne di Bari,  Presidente della Società Italiana delle Letterate (2000-2003), nel mio andirivieni da una contrada pugliese che sapeva di ulivi e mare a contrade-territori geo-poetici e geo-corpografici transculturali,  trovo tregua e senso nella scrittura. Scrivo perché interpellata da poetiche politiche contaminate, danzando sui confini tra Border , Diaspora e Decolonial Studies, intermedialità, interculturalità, transculturazione e pensiero de-coloniale; traduzioni/trasposizioni/transcodificazioni, sempre in un’ottica di genere e femminista, in direzione antirazzista,  antisegregazionista e no border-wall (vedasi il volume La lingua che ospita. Poetica, politica, traduzione, Meltemi 2004 e il saggio Mediterranean and Transatlantic Artivism:counter-acting neo-colonialisms in the public sphere del 2014).

Piccolo contributo al pensiero italiano sulle frontiere e le migrazioni: la traduzione e cura di Terre di confine/La Frontera, di Gloria Anzaldúa (Palomar 2000), e le teorizzazioni su transcultura, traduzione, trasfigurazione e  transmediazione che in quel testo hanno trovato nutrimento (saggi in italiano, inglese e spagnolo su artivismo, neo-colonialismi, poetiche e pratiche di decolonizzazione e deterritorializzazione dell’immaginario. Cfr, tra i più recenti, Mediterranean Borderization, or deterritorializing Mediterranean space, 2012; Mappe dipinte, mappe narrate: esercizi di deterritorializzazione dell’immaginario, 2014). L’esperienza umanamente e scientificamente più forte ha preso forma nella scrittura per immagini: un documentario sul lascito intellettuale e attivista di Anzaldúa: ALTAR. Crossing Borders, Building Bridges , 2009 (ricerca, sceneggiatura e produzione esecutiva: P. Zaccaria; regia di D. Basilio e P. Zaccaria.

 

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