Bari, 22 Settembre a partire dalle 09:30
Università di Bari, Dipartimento di Giurisprudenza, aula Aldo Moro, piazza C. Battisti
La forma di giornalismo “embedded”, nata nel 2003, ha un limite: permette al giornalista di raccontare la guerra dal punto di vista del soldato. Offre, però, alcuni vantaggi, fra cui la sicurezza. Non si deve dimenticare che la che guerra è cambiata, non si combatte più con eserciti convenzionali. Ora i giornalisti sono obiettivi per le truppe nemiche, soprattutto in certi conflitti che non hanno un teatro preciso, definito. Il giornalista che opera in zone di guerra deve svolgere il suo lavoro, affrontando difficoltà di spostamento e la gestione del tempo, la difficoltà di recuperare notizie e la difficoltà nel verificare le fonti, stando attendo alla propria incolumità e cercando di non mettere in difficoltà e di non compromettere l’esito di operazioni militari. Il rapporto fra giornalista e Forze Armate si basa, infatti, sulla conoscenza che gli interessi dei due attori sono diversi.