Il Testo unico dei doveri del giornalista è un importante strumento deontologico che stabilisce le linee guida etiche per i giornalisti nell’esercizio della loro professione. L’articolo 5 bis, focalizzato sul ‘Rispetto delle differenze di genere’, rappresenta un passo significativo verso l’attenzione e la sensibilità nei confronti di tematiche legate all’orientamento e all’identità sessuale.
La proposta di rendere obbligatoria la frequenza di almeno un corso formativo su linguaggio e violenza di genere per triennio è stata avanzata da Ester Castano, consigliera alle pari opportunità dell’Ordine dei giornalisti di Lombardia e socia dell’associazione Giulia giornaliste.
La proposta di Castano
La formazione continua è essenziale per affrontare in modo competente e consapevole questioni sensibili come la violenza di genere. Questo approccio può contribuire a garantire che i giornalisti siano adeguatamente preparati quando affrontano argomenti legati al femminicidio, alla violenza, alle molestie e alle discriminazioni.
La necessità di utilizzare il linguaggio in modo appropriato e consapevole è sottolineata come un aspetto cruciale. Le parole hanno un impatto potente sulla percezione pubblica e sulla costruzione della cultura. Il richiamo a cambiare la cultura attraverso l’uso corretto delle parole riflette la consapevolezza dell’importanza del giornalismo nel plasmare la società.
La testimonianza personale della giornalista Ester Castano sulle sfide affrontate nell’ambito della cronaca nera e giudiziaria aggiunge un elemento di concretezza alla sua proposta. La resistenza alle richieste inopportune e insensibili dei superiori dimostra un impegno etico e un desiderio di preservare la dignità delle persone coinvolte nelle notizie.
L’appello a prendere responsabilità collettivamente è un richiamo all’unità tra i giornalisti per affrontare le sfide etiche. Questo approccio sottolinea che la responsabilità di cambiare la cultura e di promuovere un giornalismo etico non dovrebbe gravare solo sul singolo giornalista, ma dovrebbe essere un impegno condiviso all’interno della professione.
In sintesi, il testo evidenzia la necessità di una formazione continua, di un uso responsabile delle parole e della solidarietà tra i giornalisti per affrontare le sfide etiche nel campo del giornalismo, specialmente in relazione alle questioni di genere.
Le regole da seguire sono poche e semplici. Nei casi di cronaca connessi a femminicidio, violenza sessuale, molestie, discriminazioni e altri fatti di cronaca che coinvolgono aspetti legati all’orientamento e all’identità sessuale della vittima, il giornalista:
a) presti attenzione a evitare stereotipi di genere, espressioni e immagini lesive della dignità della persona;
b) si attenga a un linguaggio rispettoso, corretto e consapevole, all’essenzialità della notizia e alla continenza
c) non alimenti la spettacolarizzazione della violenza
d) non usi espressioni, termini e immagini che sminuiscano la gravità del fatto commesso
e) assicuri, valutato l’interesse pubblico alla notizia, una narrazione rispettosa anche dei familiari delle persone coinvolte