A Taranto il 17 ottobre saranno esposti i lavori del professionista pugliese,anche docente del Master di Giornalismo dell’università di Bari, scomparso a 73 anni lo scorso marzo: “Gli scatti per me sono un deposito di sensi”
di Stefania De Cristofaro
La Puglia e Taranto non dimenticano il fotoreporter e giornalista pubblicista, anche docente universitario, Marcello Carrozzo, originario di Ostuni, scomparso a 73 anni, lo scorso 13 marzo a causa di un ictus. Per ricordare la sua passione, diventato un lavoro orientato al sociale, Taranto, il prossimo 17 ottobre, ospiterà la mostra dal titolo “La mia fotografia, deposito di sensi” nella Galleria comunale (inaugurazione alle 18).
Il titolo è stato preso in prestito dalla definizione che lo stesso Carrozzo dava della fotografia che lo ha portato a girare il mondo, raggiungendo Paesi, terre, regioni, spesso dimenticate dall’informazione ‘ufficiale’. Per Carrozzo la fotografia aveva una connotazione partigiana per raccontare le storie degli ultimi e dei bisognosi, di chi non aveva una voce. Scatti pieni di empatia, di sensi.
La mostra, curata da Raimondo Musolino, tarantino, docente presso il Dipartimento di didattica della Federazione Italiana Associazione Fotografia (Fiaf) e presidente del circolo fotografico “Il Castello” di Taranto, amico di Carrozzo, è una raccolta di 25 fotografie che si sviluppano lungo quattro tematiche: Hotel Korogocho, viaggio alla periferia di Nairobi, in Kenya”; “Chanty, la storia di una ragazza in Congo”; “Itaca sempre”, reportage sui flussi migratori a bordo dei mezzi della Guardia di Finanza e, infine, “Se questo è cibo”, progetto fotografico a carattere sociale che richiesto dall’Istituto di cultura di Monaco.
“Sarà esposta anche una fotografia che racconta una natività”, dice Musolino. “Con questo scatto Marcello Carrozzo ha immortalato il momento in cui i migranti, tra cui un bambino, sono stati tratti in salvo dal mare e coperti. È estremamente significativa perché rappresenta l’umanità attraverso la stessa umanità, che poi si ricollega al titolo stesso della mostra”.
All’inaugurazione interverranno il figlio del fotoreporter, Valerio Carrozzo, la fotoeditor e Marilù Mastrogiovanni, direttrice della testata il Tacco d’Italia, ideatrice del Forum delle Giornaliste del Mediterraneo e docente del master in Giornalismo dell’ateneo barese. A Carrozzo il forum ha dedicato il premio “Peace Reporter”.
La passione di Marcello Carrozzo per la fotografia nasce quando era bambino e viveva con la famiglia a Ostuni, dove il padre aveva un negozio di ottica. È in questo ambito che ha avuto modo di conoscere la fotografia per poi appassionarsi al punto da decidere di lasciare la Città Bianca e andare a Milano e studiare e frequentare l’Istituto di design. Quel negozio di ottica, nel frattempo, è passato nelle mani del figlio Valerio.
La passione per la fotografia lo ha spinto in Siria, Libano, Giordania, nella Striscia di Gaza, in Iraq, in Congo, Kenya, Argentina, in Vietnam e in India. Ha documentato il traffico droga, le migrazioni, il disagio nei manicomi e ha partecipato a missioni umanitarie con Ong e istituzioni internazionali.
Nel 2009 aveva ricevuto dalla Federazione Italiana Associazioni Fotografiche (Fiaf), l’onoreficienza “Artista della fotografia italiana”. Ha ottenuto una serie di premi e riconoscimenti dal Parlamento, dal Ministero degli Esteri e dell’Interno, dall’Accademia di Belle Arti di San Pietroburgo e dall’Istituto italiano di Cultura in Germania e in Russia
Carrozzo è stato anche docente di “Personal Security Management” e “Media & Communication” per operatori in aree ad alta criticità e di conflitto presso l’Ispi, l’Istituto per gli studi di politica internazionale a Milano e docente di “Tecniche e linguaggio della fotografia” nel Master in Giornalismo dell’università degli studi Aldo Moro di Bari.