22-23-24 Novembre 2023, modalità mista, in presenza e on line, su piattaforma FAD
Il Forum of Mediterranean women journalists/ottava edizione lancia il tema #AIjournalism #promptjournalism #promptknowledge che rimanda alla sfida epocale che è stata lanciata dall’intelligenza artificiale al giornalismo e al settore della produzione di conoscenza.
Il titolo “WOmaNchine learning” rimanda, con un gioco di assonanze e di colori, alla necessità, all’interno dell’intellingenza artificiale generativa, di allargare a letture e sguardi “altri” e non maggioritari sulla realtà, intersecando minoranze di genere, etniche, di orientamento sessuale, di abilità.
In Europa solo il 16% del personale qualificato addetto al settore della AI è costituito da donne. Se ogni conoscenza è situata, anche nel settore della AI, così come nel sistema informativo globale, il gender gap può essere determinante nella costruzione di un ecosistema inquinato in cui il potere riproduce se stesso, seguendo un dispositivo centrato su opposizioni binarie e intrinsecamente violente (noi/loro) che cancella la pratica “corale” della non-violenza.
L’articolo 5 bis del codice deontologico impone ai giornalisti un corretto utilizzo del linguaggio di genere, emendato da stereotipi, nel racconto dei casi di violenza e femminicidi, così come la Carta di Roma, inclusa nel codice deontologico, impone la corretta narrazione delle minoranze culturali ed etniche. Tuttavia, alcuni tools di traduzione basati sulla AI potrebbero escludere la declinazione di genere femminile nel passaggio da una lingua a un’altra oppure ribadire gli stereotipi “di razza” se si tratta di rappresentare gli stranieri o i migranti, in questo modo riproducendo la storica matrice coloniale del potere nella modernità.
Sono soli alcune delle criticità che gli esperti già tratteggiano all’orizzonte.
Le sfide e le opportunità per il mondo massmediale invece sono infinite e in molti casi sono già raccolte dalle redazioni.
Il Forum of Mediterranean Women Journalists, raccoglie le voci di diverse donne, dalle giornaliste alle attiviste della società civile, human rights defenders, rappresentanti delle istituzioni, accademiche, studiose, italiane e internazionali per formare giornaliste e giornalisti, studententi e key stakeholder.
Partendo dall’analisi del linguaggio con cui si raccontano e vengono raccontate le donne, incluse le guerre combattute (nel senso di battaglie, impegni personali e collettivi) e le guerre subite, nei luoghi di conflitto così come nelle situazioni di post-conflitto, si vuole proporre un senso di alterità, di visione “altra” rispetto alla visione dominante.
L’ottava edizione del Forum vuole raccontare il ruolo determinante delle donne nella costruzione di un mondo di pace, di sicurezza e nella risoluzione dei conflitti, anche quando questo mondo e questi mondi assumono contorni “virtuali”, “aumentati”, “artificiali”, per valorizzare e far conoscere il maggiore sforzo che le donne devono compiere, lottando in primis per essere ascoltate e farsi spazio per riuscire a contribuire fattivamente alla promozione della pace.
Metodologia
L’ottava edizione del Forum si rivolge a studentesse e studenti dell’Università di Bari, giornalisti e aspiranti tali, dando anche la possibilità ad altri stakeholders interessati ed operativi nel settore di accrescere le proprie competenze sui conflitti dimenticati e sull’azione di peacebuilding delle donne nei territori di guerra, di tutte le guerre, anche virtuali.
Tra i panelists sono state invitate studiose ed accademiche, giornaliste e giornalisti di inchiesta e di guerra, esponenti del mondo diplomatico, umanitario e della cooperazione internazionale così come donne migranti e rifugiate provenienti da zone di conflitto, esperte di nuove tecnologie, realtà virtuale, realtà aumentata e intelligenza artificiale, per raccogliere le testimonianze sull’impatto che i tali realtà hanno sui “corpi”, sugli “ecosistemi”, sulla “comunità” e sul ruolo che le stesse donne giocano nella promozione della pace, della sicurezza e della risoluzione dei conflitti, della ricostruzione e della riconciliazione.