Palestina, Jumanah Shaheen: “Imploro il mondo e la comunità internazionale di agire. I palestinesi qui a Gaza, così come i nostri connazionali in Palestina, hanno disperatamente bisogno di aiuto. Per favore, fate tutto ciò che potete per aiutarci”.
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Jumanah Shaheen è giornalista audio visiva, ha lavorato a fil e documentari premiati, è nota al pubblico italiano per essere stata la fixer del documentario Erasmus in Gaza.
Qui il trailer del film: https://youtu.be/OGwoCzHiXZk?si=0FikcnfiUmjLqIGy
Gaza appena un anno fa, vista con gli occhi di un “normale” studente di medicina italiano.
Qui trovate il profilo professionale di Jumanah: https://www.giornaliste.org/speaker/jumanah-shaheen/
Jumanah ha partecipato alla settima edizione del Forum of Mediterranean Women Journalist, insieme ad altre due colleghe, Bisan A. S. Owda (https://www.giornaliste.org/speaker/bisan-a-s-owda) content creator e attivista di Gaza, e Maryam Sabah.
Siamo in contatto con loro e sappiamo che tutte e tre sono state evacuate dagli israeliani. Non hanno elettricità e non abbiamo voluto trattenerle troppo al telefono perché appena i cellulari si scaricheranno saranno isolate dal mondo.
Questo è quello che possiamo fare ora: dare loro voce. E’ significativo che la testimonianza di Jamanah sia stata raccolta da Oksana Chelysheva, https://www.giornaliste.org/speaker/oksana-chelysheva/, giornalista russa nata in Ucraina, costretta a fuggire in Finlandia poco dopo l’assassino della collega Anna Politkovskaja, con cui collaborava, perché a causa delle sue inchieste sulla Cecenia era in pericolo.
LA TESTIMONIANZA DA GAZA
“Ciao a tutti, sono Jumanah Shaheen, ho 28 anni e vengo dalla Striscia di Gaza. Sfortunatamente, Gaza è attualmente sotto attacco e la situazione qui è molto grave. C’è caos nell’aria e l’incertezza è palpabile. Non c’è alcun luogo sicuro ed è veramente terrificante.
Al momento non sono a casa. Ieri siamo stati costretti a evacuare per la seconda volta. Il giorno prima ci hanno ordinato di lasciare la nostra casa quando l’esercito israeliano ha decretato l’evacuazione del nostro quartiere, poiché intendono cancellarlo dalla mappa. Quindi ci siamo trasferiti altrove. Ma poi hanno emesso un’altra ordinanza di evacuazione verso la nostra seconda postazione e ora siamo nel mezzo della Striscia di Gaza, ancora in pericolo.
Nessuno può prevedere cosa accadrà nelle prossime ore. Il nostro futuro è estremamente incerto. Se emettono un’altra ordinanza di evacuazione per questa zona, non sappiamo dove andare. Le nostre opzioni per lasciare Gaza sono limitate e la sola strada, il valico di Rafah, è già stato bombardato.
Anche se considerassimo di viaggiare in Egitto o in un altro paese, spostarsi da una città all’altra è quasi impossibile a causa delle ostilità in corso. È una situazione estremamente difficile per tutti noi.
Oggi è il compleanno di mia figlia ed è straziante non poter festeggiare con lei. Ha solo due anni. Sono sopraffatta da un coacervo di emozioni che non posso esprimere adeguatamente a parole. Le esplosioni sono continue e si verificano numerose tragedie in varie zone.
Viviamo costantemente nella paura, e persino i nostri bambini sono in grado di riconoscere i suoni dei razzi. Siamo diventati esperti nel gestire questa situazione. Tutto intorno a noi è caotico e siamo lontani dalla sicurezza. Vi prego di comprendere queste tre parole: “Non siamo al sicuro”.
Imploro il mondo e la comunità internazionale di agire. I palestinesi qui a Gaza, così come i nostri connazionali in Palestina, hanno disperatamente bisogno di aiuto. Per favore, fate tutto ciò che potete per aiutarci. Questo è l’appello più urgente che possiamo fare in questo momento”.