Lina Ben Mhenni

Lina Ben Mhenni

Lina Ben Mhenni è una cyberdissidente, blogger e giornalista tunisina. E’ stata assistente di Lingua inglese all’Università di Tunisi. Nel 2007 ha cominciato a scrivere un blog. All’inizio affrontava vari temi: problemi sociali, questioni legate ai diritti umani, ma anche cose personali. Poi, influenzata dal movimento sociale del bacino minerario (2008), si è unita ad altri blogger tunisini che combattevano per la libertà d’espressione e i diritti umani nel loro paese.

Il suo blog, A Tunisian Girl (Una ragazza tunisina), da quel momento è stato vietato e censurato dal regime di Zine el-Abidine Ben Ali. Durante la rivoluzione tunisina, da dicembre 2010 a gennaio 2011, si è recata a Sidi Bouzid, il luogo dove si è immolato Mohamed Bouazizi, poi a Kasserine, ed è stata tra i primi a raccontare ciò che stava accadendo. Ha pubblicato foto e video delle operazioni di polizia, dei feriti e dei morti, ha pubblicato le liste delle vittime, ha visitato gli ospedali e intervistato le famiglie che hanno perso i loro cari a causa della repressione della polizia. È in contatto anche con numerosi giornalisti stranieri. A Tunisian Girl è diventato un punto di riferimento per l’opposizione.

Lavorando come giornalista, ha subito lei stessa la repressione; il suo pc e le sue attrezzature sono state rubate durante un furto con scasso nel 2010, costringendola ad interrompere il suo lavoro di dottorato in linguistica. Anche dopo la fuga di Ben Ali, Lina Ben Mhenni ha continuato a subire minacce di morte. Vive sotto scorta dal 2013. Un anno dopo la rivoluzione, ha espresso la sua delusione per la vittoria elettorale del partito islamista Ennahdha. La situazione economica del Paese non è migliorata e la rivoluzione è ancora incompiuta. Ben Mhenni ha anche messo più volte in guardia contro una possibile deriva dello Stato verso l’integralismo. Nel 2011, ha pubblicato un libro dal titolo Tunisian Girl, la rivoluzione vista da un blog, tradotto in otto lingue.

Oggi, Lina Ben Mhenni continua a scrivere sul suo blog e collabora con diversi giornali online. Da circa un anno si dedica a un’iniziativa che ha lanciato insieme a suo padre: la collezione di libri per le biblioteche delle carceri tunisine. Lo scopo è quello di promuovere la cultura dei diritti umani e la lotta all’estremismo. È anche membro di “Be Tounsi”, un movimento fondato da alcune donne per il rilancio dell’artigianato tunisino. Lina Ben Mhenni è stata anche nominata per il Premio Nobel per la Pace nel 2011 e ha ricevuto numerosi premi internazionali, tra cui:

  • Bob Award (Germania),
  • Premio Ipaza (Italia),
  • Premio internazionale di giornalismo El Mundo (Spagna),
  • Premio di Roma per la Pace e l’Azione umanitaria (Italia),
  • Amnesty: Donne per i diritti umani (Marocco), Sean Mac Bride Peace Award (Irlanda),
  • Premio Minerva Anna Maria Mammoliti (Italia),
  • Premio internazionale di giornalismo di Ischia (Italia).

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